Regia di Billy Bob Thornton vedi scheda film
Karl è un ritardato mentale che a 12 anni ha ucciso la madre e il ragazzo che amoreggiava con lei, e che perciò ha passato la vita in un manicomio: quando ne viene dimesso, trova lavoro in un’officina meccanica (è un genio a riparare i motori) e ospitalità presso una giovane vedova con un figlioletto e un fidanzato violento. Thornton scrive, dirige e si riserva un bel ruolo di idiot savant simile a quello che poi avrà in Soldi sporchi; non evita qualche lungaggine, evidentemente indotta dal troppo amore per il personaggio, ma per fortuna si tiene ben lontano da forrestgumpismi vari e non edulcora nulla: è una storiaccia del profondo sud, fra esistenze miserabili e senza prospettive (vedi il proprietario del drugstore, costretto a nascondere la propria omosessualità e ugualmente bersagliato dai bulli), con un protagonista che al momento opportuno fa un uso lucidamente razionale della violenza per risolvere una situazione pericolosa. Robert Duvall compare solo per pochi minuti, ma sono sufficienti ad aprire uno squarcio sull’inferno in cui Karl ha passato l’infanzia e da cui suo padre non è mai uscito.
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