Regia di Alessandro Guida, Matteo Pilati vedi scheda film
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La dipendenza economica e psicologica crea nella parte più soccombente di un rapporto di coppia, una situazione di fragilità che non consente a chi soccombe, di vivere con la giusta indipendenza quella che dovrebbe essere la sintesi di un'armonia sentimentale in grado di garantire la serenità.
E quando il gioviale Antonio viene di colpo abbandonato, dopo dodici anni di convivenza-simbiotica e dipendente, da suo marito leggermente più maturo, il ragazzo si ritrova spiazzato, oltre che disoccupato e senza più una fissa dimora.
Troverà da alloggiare presso l'eccentrico Denis, che gli subaffitta una stanza lucrandoci biecamente, ma che poi si rivelerà ben più solidale e sincero di tante altre persone.
Antonio si rimetterà in discussione affacciandosi al mondo dell'alta pasticcieria, attraverso un lavoro in panetteria ottenuto da un amante e un corso specializzato tenuto da una insegnante integerrima e intransigente, quanto realistica e sincera.
Sarà lamicizia a salvare il nostro eroe comune dalla disperazione; 'amicizia e un po' di sana autoironia, che diventa anche il più ispirato dei momenti che animano questo lieve film, graziosa opera prima di Matteo Pilati e Alessandro Guida, che inizia in modo scoppiettante e brillante, ed inciampa verso la fine con una tragedia di troppo liquidata senza troppo rispetto della narrazione in corso.
Tra gli interpreti, tutti giovani ma non tutti completamente sconosciuti, Giancarlo Commare spicca non solo per il suo ruolo da protagonista, ma per quel suo modo di porsi un po' scanzonato ed un po' tragicomico che risultano vincenti. Riuscita anche la figura dell'amica del cuore, efficacemente resa grazie al brio dell'attrice Michela Giraud.
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