Regia di Adam Reid vedi scheda film
Gilbert Gottfried, comico statunitense noto per le battute spietate, scorrette e scabrose, propone un intero spettacolo di sole "barzellette sporche".
L'idea di registrare uno spettacolo di barzellette poteva venire in mente a pochi comici affermati e, indiscutibilmente, Gilbert Gottfried è uno tra questi. Abile nel raccontare storielle, a suo agio anche davanti al piccolo pubblico di un localino (pur avendo girato tanti film a Hollywood, l'attore non ha mai smesso di fare serate di stand up), ma soprattutto dotato di un senso dello humour al vetriolo, che non risparmia niente e nessuno, il Nostro confeziona così questo Dirty jokes che è essenzialmente una raccolta di barzellette sporche – esattamente come promette il titolo – e niente più. Bambini, ebrei, omosessuali, anziani, donne, polacchi (popolo bersagliato dalle freddure americane un po' alla stregua dei carabinieri dalle nostre parti): Gottfried non va per il sottile e tira fuori il peggio del repertorio di cosiddette 'barzellette da caserma' – c'è persino una versione leggermente modificata di quella del Bunga Bunga, tanto cara all'ex Presidente del Consiglio italiano Berlusconi. Naturalmente non è uno show per stomaci deboli o per persone facilmente impressionabili, soprattutto per quanto riguarda il gran finale: il comico rispolvera infatti una roboante, colossale versione di dieci minuti di durata di un grande classico: “gli aristocratici”. L'ultimo (inside) joke è sui titoli di coda, dove compare la didascalia “tratto da Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller”. 6/10.
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