Regia di Alberto Cavallone vedi scheda film
Un giornalista italiano va a Francoforte per seguire il processo contro i guardiani di Auschwitz; ne approfitta per riallacciare i rapporti con una ragazza del posto.
Non è semplice valutare questa pellicola, esordio nel lungometraggio a soggetto di Alberto Cavallone, ritornata alla luce a 56 anni dalla sua uscita in sala grazie alla programmazione di Cine34, canale del gruppo Mediaset (e al conseguente tvrip con diffusione su YouTube, per chi fosse interessato). Il fatto che la prima televisiva dell'opera, datata 1965, sia arrivata solamente nel 2021, già spiega una buona fetta di quel “non è semplice” in incipit: N come negrieri è infatti un lavoro piuttosto raffazzonato, forse neppure pensato esattamente nella forma in cui lo vediamo oggi, che peraltro raccoglie materiale da un paio di precedenti lavori inediti del regista: Lontano dagli occhi, di fiction, e il documentario La sporca guerra, i cui inserti sono spesso pretestuosi, montati senza una ferrea logica all'interno della trama. A complicare il tutto c'è un cast di interpreti non molto noti e ancor meno dotati, tra i quali i principali tre sono Paride Calonghi, Maria Pia Giordan e Sergio Lentati. La retorica antinazista e antibellica di fondo si disperde così nei rivoli di una sceneggiatura (dello stesso regista, oltretutto anche montatore qui) fumosa e densa di dialoghi e voci off spesso superflui o ridondanti. 2,5/10.
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