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Licorice Pizza

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Licorice Pizza

di ilcausticocinefilo
6 stelle

 

 

 

Già si sprecano le lodi, si spendono generosamente gli encomi, risuonano scroscianti gli applausi, eppure… eppure, similmente a quanto accaduto con altri acclamatissimi film degli ultimi tempi – segnatamente Drive My Car e The Tragedy of Macbethnel guardare questo Licorice Pizza chi scrive si è ritrovato a considerarlo in definitiva alquanto, per così dire, freddino.

Intendiamoci: sono tutti buoni film, certo non ciofeche inenarrabili, ma – forse a causa, vai a sapere, di tremendissime mancanze in termini di comprensione del testo filmico – ho faticato a vederci, negli stessi, dei semi-capolavori del cinema contemporaneo. Come si dice sempre in questi casi – con giusta dose di paraculaggine – de gustibus.

 

 

Alana Haim, Cooper Hoffman

Licorice Pizza (2021): Alana Haim, Cooper Hoffman

 

 

E’ meglio però elaborare. E qual miglior modo di farlo del partire dal fattore, forse, più irritante? Dunque la pervicace tendenza di certi rinomati cineasti odierni a rifuggire in ogni modo la… trama. E sì perché qui Anderson sembra finito un po’ dalle parti di The French Dispatch o ancor meglio E’ stata la mano di Dio: ovvero a scrivere, dirigere e produrre un’opera ch’è poco più di una collezione di scenette, di siparietti, di “istantanee”, peraltro nella maggior parte dei casi francamente dimenticabili e non poi così illuminanti.

Manca un qualche tessuto connettivo capace di creare autentica suspense, di suscitare davvero interesse e soprattutto di far innamorare dei personaggi e delle loro sorti. Tutto fluisce abbastanza placidamente – indifferentemente – lasciando ben poco al termine della visione. Non colpisce, non graffia, non incanta, anche se per la verità si accontenterebbe di suscitare giusto un fiatino di nostalgia nello spettatore “maggiormente incline”, magari inducendolo a ripercorrere mentalmente la sua, di adolescenza e prima età adulta.

 

Ritorna insomma in campo per l’ennesima volta ultimamente il fattore nostalgia. Il riparare nella consueta “epoca della nostra giovinezza” - filtrata dal ricordo e quindi per definizione irrealistica –, il solito rivangare i supposti fasti del passato, il guardare indietro – in breve – nella prospettiva che forse non si stesse poi così bene ma comunque si stesse meglio di oggi, tra pandemie e altri disastri naturali e causati dall’uomo (e qui qualcuno potrebbe obiettare: “ma è l’anno della crisi petrolifera”: vero, ma rimane sullo sfondo, e non intacca più di tanto l’aura sognante e idilliaca di questa ricostruzione d’epoca).

Si va a dipingere un quadro di un’età dell’oro certo non perfetta ma maledettamente affascinante, altro che il grigiore del presente. Un po’ il contraltare di Midnight in Paris. E tutt’altro rispetto a quanto rilevato da alcuni: c’è addirittura chi l’ha definito “cinico”. In realtà quello di Anderson pare il classico “feel good movie”, per fortuna a non troppo alto tasso di saccarina.

 

 

Alana Haim, Sean Penn

Licorice Pizza (2021): Alana Haim, Sean Penn

 

 

Ma comunque per qualcheduno tutto ciò potrebbe non rappresentare affatto un problema, ok. E però non è finita qui. Perché, in aggiunta, possiamo dire che Licorice Pizza, per tornare all’inizio, in generale fatichi a coinvolgere e catturare, ed accumuli incessantemente suggestioni traducendole purtroppo in quadri non troppo significativi o brillanti. Butta, insomma, tanta carne al fuoco come se questo bastasse a poter ritenere di aver prodotto un’opera ficcante, pregnante e colma di significato.

Quando il tiremmolla sentimentale al centro del film mai riesce ad appassionare e soprattutto alla base risulta piuttosto improbabile (senza offendere nisciuno, sinceramente non è che tutti/e debbano assomigliare a Brad Pitt/Angelina Jolie e purtuttavia la protagonista come “sogno erotico”, come “fissazione amorosa”, non convince troppo [sin dalla primissima sequenza della fotografia per l'annuario scolastico, nel corso della quale di punto in bianco lui la vede e bum! rimane folgorato dalla sua presenza]; ma va da sé che il discorso vale anche all’inverso: cioè non si capisce più di tanto cosa ci trovi pure lei in lui).

 

Quando tra le molte figure, i numerosissimi “personaggetti”, alla fine a rimanere impresso è soltanto il “folle” Jon Peters interpretato da un Bradley Cooper completamente “scoppiato”.

Quando, tra le tante – tantissime – parentesi, l’unica scena a risultare realmente memorabile è quella peraltro ingenerata dalla distanza dall’atteggiamento bastardo di Peters stesso: il riferimento va naturalmente alla discesa notturna in retromarcia del camion col serbatoio a secco (che è possibile definire quasi geniale).

 

 

Alana Haim, Cooper Hoffman

Licorice Pizza (2021): Alana Haim, Cooper Hoffman

 

 

Manca – ed è una mancanza grave, irrimediabile – un qualcosa capace di tenere davvero incollati allo schermo: al contrario, qui, già entro la prima mezz’ora si comincia ad avvertire un poco di stanchezza. E’ in deficit di pathos, di effettivo sentimento, Licorice Pizza, di quell’emozionalità che forse avrebbe permesso di meglio sorvolare sull’onnipresente nostalgia dei tempi andati.

Ovviamente, invece dal punto di vista scenografico e fotografico nulla da eccepire: ottima la ricostruzione e giustamente “pastosa”, “materica” la fotografia (non per niente realizzata su pellicola e di fatti possiede quell’inconfondibile “grana”...). Sul fronte delle interpretazioni, a dispetto di quanto rilevato dalla critica americana, il duo di protagonisti si dimostra un pochetto acerbo: se la cavano ma non pare di trovarsi in presenza dellepotentially star-making performances” di cui si parla su Rotten Tomatoes: anzi, molto più convincenti spesso risultano, al netto del rischio “macchietta”, i comprimari: dal Gisondo che a guardarlo non manca mai di ricordare quel delirio di Santa Clarita Diet al già citato Cooper sino al Penn in versione cameo scimmiottante William Holden.

 

Cosa dire, a mo’ di conclusione? Che si rimpiange l’Anderson dei tempi del Petroliere (ovverosia uno dei migliori film degli anni 2000). L’Anderson stratificato, chiaroscurale, zeppo di tematiche politiche, storiche, sociali. L’Anderson, in sintesi, un po’ meno auto-compiaciuto ed ego-riferito, più attento alla trama e meno "sentimentalotto". Ma, se non altro, il titolo è memorabile e – per quanto preso da una catena di negozi di dischi effettivamente esistente nella California di quei tempi – rimane una delle idee più azzeccate dell’opera.

 

 

Alana Haim, Cooper Hoffman

Licorice Pizza (2021): Alana Haim, Cooper Hoffman

 

 

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