Killers of the Flower Moon prosegue quel discorso, perfezionandolo. Tratto da un libro di David Grann che si ispira ad una storia vera e agghiacciante, il regista dirige una traccia di capitalismo De Niro, che dirige il nipote Di Caprio ingenuo, per metà marcio e reduce dalla prima guerra mondiale, a vivere, organizzarsi, uccidere, lasciarsi convincere e indottrinare. In mezzo la morte di un popolo e della terra stessa.
C'è la musica, quel tum tum tum, continuo, estenuante, che pare Carpenter, che si aggira dall'inizio della pellicola fino e oltre le tre ore di durata, che và e viene, continuamente, minaccia. L'atmosfera è sempre tesa. C'è qualcuno che pensa a te, per te.
FIlmone, ancora un altro di Scorsese.
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