Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Il problema di Martin Scorsese è Martin Scorsese, il grande regista ormai unanimemente considerato il più grande tra i viventi, gigioneggia sempre e comunque ed è perennemente sopra le righe...lui, i suoi attori, le sue sceneggiature, tutto nei suoi film.
Ormai la sua firma è il "gangster movie" e (forse anche inconsapevolmente) lo infonde in qualunque sua pellicola, come anche in questo film, dove gli omicidi e le morti (di tutti i generi) si rincorrono incessantemente sullo schermo senza lasciare tregua allo spettatore ma il troppo stroppia.
Tre ore e mezza sono tante, veramente tante per reggere un buon film fino alla fine, solo poche pellicole ci sono riuscite nella storia del cinema e la prima che mi viene in mente è quel capolavoro di "C'era una volta in America", un film che non molla mai, ogni scena, ogni inquadratura, ogni battuta, ogni musica è un capolavoro nel capolavoro, esattamente il contrario di questo ultimo lavoro di Scorsese.
Qui tutto è ripetitivo, monotono, scontato, freddo, DiCaprio e De Niro sono le caricature (invecchiate) di se stessi, se l'intento era quello di fare un film di denuncia a mio modesto parere lo scopo non è riuscito, ci sono molti altri film che lo hanno fatto meglio durando la metà del tempo...inoltre non so se il grande regista se n'è accorto ma le donne indiane vengono dipinte come delle sbandate ubriacone, semi deficienti e infoiate, che pur rendendosi conto che gli uomini bianchi, mariti, amanti ecc. sono interessati solo ai soldi e sono anche i responsabili della morte di molte di loro, continuano a frequentarli e a sposarli senza farsi troppe domande. Non mi è piaciuto.
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