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Killers of the Flower Moon

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Killers of the Flower Moon

di AndrewTelevision01
9 stelle

"Il male circonda il mio cuore".

-Mollie

 

 

Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone

Killers of the Flower Moon (2023): Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone

In un mondo che rincorre le premiazioni e che segue il valore degli incassi al box office, il signor Martin Scorsese propone la sua perla. E che perla, direi. Dedicato al compositore Robbie Robertson, "Killlers of the Flower Moon" è un trattato riguardante le tragiche conseguenze degli osage, popolazione dei nativi americani, da parte degli americani stessi. Scritto in collaborazione con Eric Roth, che aveva precedentemente collaborato con Zemeckis, Mann, Spielberg, Fincher e Villeneuve, "Killers" è un definitivo contrasto generazionale che parla chiaro e diritto al pubblico cinematografico odierno: un'epopea dalla durata di 206 minuti che propone scenari antropologici, culturali, storici, geografici e caratteriali nettamente differenti al quieto vivere. Petrolio, scoperta, appropriazione, reazione, colpo di scena, genocidio: questa è l'ultima opera di Scorsese, ovvero una massacrante rappresentazione di un'era lontana ma paradossalmente vicina ai giorni nostri.

Lily Gladstone, Leonardo DiCaprio

Killers of the Flower Moon (2023): Lily Gladstone, Leonardo DiCaprio

Anni venti, Fairfax. In Oklahoma gli osage diventano improvvisamente ricchi grazie alla scoperta del petrolio all'interno del loro territorio natio: qui vi torna, reduce dalla prima guerra mondiale, l'ex soldato Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio) che ottiene un lavoro come autista grazie alla raccomandazione dello zio latifondista William Hale (Robert De Niro), che decenni addietro ha contribuito allo sviluppo di Fairfax e all'integrazione degli osage nella società, economicamente parlando. Un giorno Hale lascia che Ernest seduca la giovane donna osage Mollie (Lily Gladstone) per potersi appropriare del patrimonio della sua intera famiglia, portando così ad un'annunciata eredità. Innamorati a prima vista, i due decidono presto di sposarsi e di guidare il proprio futuro, ma qualcosa di pericoloso blocca le loro vite.

Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone

Killers of the Flower Moon (2023): Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone

ASSASSINI DELLA LUNA DEI FIORI

 

 

A distanza di ben quattro anni dal già cult "The Irishman", poveramente uscito sulla piattaforma streaming Netflix, Scorsese parte in quinta e preme spassosamente sul pedale dell'acceleratore. "Killers of the Flower Moon" è il risultato di un esperimento congruo e dichiaratamente libero, ovvero quello di descrivere un accenno di storia dell'America recente: non di certo quella più gangsteristica nè tantomeno quella noir, bensì quella di un paese che da sempre priva gli averi alle popolazioni differenti, il che ne caratterizza l'aspetto intrinseco più razzista ed inqualificabile. Basti pensare al sol titolo, che dai noi si può tradurre in "Assassini della luna dei fiori". In un vecchio manuale del contadino, la luna dei fiori è un termine che definisce l'avvenire delle catastrofi naturali, come può essere la ribellione del cambiamento climatico nel suolo terrestre, per fare un esempio contemporaneo: i cosiddetti assassini altro non sono che un effetto di tali eventi e qui - più che mai - vengono descritti, analizzati e dissacrati. Eppure la luna dei fiori potremmo interpretarlo come un simbolo di purezza che viene calpestato da una presenza di troppo, o meglio, da qualcuno che vuol mangiare sopra questo simbolo a tal punto da prenderne il posto. Non a caso il tratteggiamento dei compaesani di Fairfax è di natura conservatrice, basti pensare al breve dialogo dei due borghesi mentre descrivono i figli del personaggio Mollie come dei selvaggi, rincarando la dose con gesti di patetismo tipici dell'ipocrisia umana.

 

Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone

Killers of the Flower Moon (2023): Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone

SCONFIGGERE LA DIVINITA' - LEONARDO DICAPRIO

 

 

Quel belloccio del "Titanic" di Cameron in quasi trent'anni si è rivelato un mostro di bravura. Ci avevano già pensato Sam Raimi, Woody Allen, il già citato Spielberg, Sam Mendes, Christopher Nolan, Ridley Scott, Quentin Tarantino e lo stesso Scorsese in film come "Gangs of New York", "The Aviator", "The Departed", "Shutter Island" e il cultissimo "The Wolf of Wall Street" ad avvalorare le mirabolanti doti di questo grande attore ma soltanto durante gli ultimi vent'anni ha dimostrato di saper gestire il linguaggio del corpo, oltre che avere un'ottima dominanza della scena. In questa pellicola interpreta l'annoiato e scorbutico Ernest, un aspirante taxi-driver (per citare l'omonima pellicola del regista) con dei sogni interiori da realizzare: l'incontro con la bella e forte Mollie segnerà per sempre un distordimento totale del personaggio. Più e più volte ci chiederemo come mai il ruolo affidato a DiCaprio sia colmo di codardia e arroganza, ma la risposta sarà sempre davanti ai nostri oggi: Ernest è un uomo semplice ma terribilmente manipolato dal potere comunicativo, monetario e giudiziario dello zio Hale e - dunque - qualsiasi sua scelta è sempre ragionata ben più di due volte. Il minimalismo del suo sguardo, sempre curvo e negativo, regala al film una performance da non dimenticare, tanto che lo si può tranquillamente avvicinare ad un Jack Nicholson per mimica facciale e grandiosità dell'enfasi. In poche parole qui DiCaprio brucia la sua immagine da playboy e la reincarna in un sottomesso in piena crisi di nervi.

 

Martin Scorsese, Lily Gladstone

Killers of the Flower Moon (2023): Martin Scorsese, Lily Gladstone

SOFFERENZA UGUALE SORTE - LILY GLADSTONE

 

 

Devo ammettere che non avevo idea di chi fosse Lily Gladstone prima di questo film e un po' me ne pento. Nella parte della osage Mollie, la Gladstone ci delizia con uno spettacolo straziante, melanconico ma contemporamente romatico quale la sua sofferenza: una nativa americana caratterizzata da uno sguardo attento e vigile, a tratti furbo ma anche ironico, che all'incontro con l'autista Ernest si scioglie come un ghiacciolo al sole. L'intesa che si gioca fra i due ci tiene incollati su schermo e, specialmente ai più grandi, da un effetto di nostalgia, scioglievolezza e assoluta mancanza di razionalità, e ci si perde in momenti calorosi come il primo bacio fra i due in macchina, gli sguardi in primissimo piano rivolti l'uno con l'altro, la calda passione dell'eros e tanto altro. Quello di Mollie è a mio modesto parere il personaggio meglio scritto e approfondito all'interno della storia di "Killers of the Flower Moon": una donna che comunica con pochi dialoghi, una voce sottile e moderata, delle battute pungenti e dirette ma soprattutto un coraggio che nessun altro personaggio ha. Mollie soffre continuamente, da quando si innamora poiché dubbiosa della fiducia di Ernest a quando nota che la madre sta per lasciare la propria anima all'aldilà, e sin da quando accade un'orribile catastrofe in famiglia in cui è coinvolta passando a quando viene obbligata all'assunzione di insulina per il diabete. Lily Gladstone risplende in un gioco di battute sul finale che ridà vita e speranza ad una donna riconoscibile in un milione di volti. Al di là di ciò vado giustamente a lodare la naturalezza dell'interpretazione del suo personaggio, che sembra non essere riportato su un set cinematografico bensì nelle reali date e luoghi in cui il tutto è ambientato.

 

Robert De Niro

Killers of the Flower Moon (2023): Robert De Niro

IL PATTO E' FATTO - ROBERT DE NIRO

 

 

Istrionico. Non sarò io a dovervi raccontare le gesta di un attore che non ha bisogno di presentazioni, per cui passiamo avanti. Negli ultimi vent'anni è purtroppo evidente la decaduta mortale dell'immortale De Niro, colui che bisogna chiamar Re nel film per potergli proferire parola: difatti qui il nostro è nei panni del latifondista occhialuto William Hale, un dichiarato sporco assassino che indossa molteplici maschere durante la genesi della storia. L'onnipresenza del personaggio e il suo astio nei confronti del potere dei ricchi nativi americani sono due suoi punti di riferimenti che rendono ben chiara la sua definizione nella storia: De Niro è incommentabile per quanto è perfetto per il ruolo e a dimostranza di ciò vi è la padronanza dei gesti, degli sguardi inorriditi e blandi che ancor meglio caratterizzazione la spregiudicatezza di un personaggio orribile, edonista e affiliato con la peggio gente. Basta soltanto la battuta detta nel dialogo con Ernest in prigione per riassumere la (non) sensibilità del suo ruolo: "la gente dimentica". Mai frase fu più vera.

 

locandina

Killers of the Flower Moon (2023): locandina

IL TUTTO E' FALSO, IL FALSO E' TUTTO - MARTIN SCORSESE

 

 

Potrei parlarvi delle interpretazioni di Jesse Plemons, di John Lithgow così come di Brendan Fraser, ma preferisco parlarvi di colui che sta dietro la macchina da presa: Martin Scorsese.

Quando la regia non si vede in un film è un ottimo segnale e lui, così come Coppola, Cronenberg, Carpenter, Scott e pochi altri della sua generazione può descrivere al meglio questa flebile sensazione. Tre ore e ventisei minuti di maestosità inimmaginabile che comprende pianisequenza, carrellate laterali, movimenti di gru, inquadrature dall'alto, staticità della macchina da presa, campi lunghi - se non lunghissimi il più delle volte - e riprese in esterno a quantità. Quando vedi per la prima volta la scena in cui salta fuori il petrolio nel territorio degli osage e viene successivamente ripreso con un rallenty altro non puoi fare che godere di quei pochi secondi di eccellenza visiva in cui i neri si fondono con i bianchi e, specialmente, in cui la fotografia fa i salti con la corda della semplicità artistica. Le riprese sui campi verdi degli osage, dove spesso e volentieri si intravedono fiori dai molteplici colori, altro non fanno che avvicinare il regista alla magnificenza della natura, quasi come ad uniformarli l'uno con l'altro. Che dire poi della potenza della scena finale, che sembra un totale richiamo al tribalismo del "Midsommar" di Ari Aster? Inconfondibile.

Concludendo, "Killers of the Flower Moon" è il capolavoro che abbiamo la possibilità di vedere ma che non ci meritiamo.

 

 

P.S: Meravigliosa Thelma Schoonmaker, storica montatrice di Martin, che ancora una volta mi stupisce per le aliene doti di montaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

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