Anni '20. Mollie Burkhart (Lily Gladstone) è una nativa americana della tribù Osage che, come tutta la sua gente, diventa inaspettatamente ricca quando si scopre che la terra dell'Oklahoma apparentemente pietrosa e poco promettente su cui le autorità avevano permesso ai nativi di stabilirsi, in realtà nasconde ingenti quantità di petrolio. Ma gli Osage sono comunque costretti a essere soggetti a una condizione di tutela speciale: per reclamare il reddito sulle loro terre e spenderlo, hanno bisogno di un cofirmatario bianco. Inoltre, i membri della tribù stanno morendo uno dopo l'altro, uccisi da misteriose malattie. Nel frattempo, l'avido Ernest (Leonardo Di Caprio) è tornato nell'Oklahoma dopo aver prestato servizio durante la Prima guerra mondiale e accetta di lavorare nella vasta tenuta del ricco zio William (Robert De Niro), il quale lo incoraggia a sedurre e sposare Mollie per poi poter reclamare legalmente i suoi terreni.
Note
Adattamento dell'omonimo libro reportage pubblicato nel 2017 da David Grann.
La denuncia del capitalismo criminale, il genocidio dei membri della Nazione Osage, la prevaricazione violenta dei bianchi, in una solida indagine sull'avidità e sulla crudeltà dell'uomo. Lo stile di Scorsese, il cast e l’apporto tecnico sono di fine fattura. Ma stavolta non tutto funziona e molto resta didascalico, illustrativo, freddo. Voto: 8.50
E' una storia che andava raccontata con dovizia di particolari e pazienza. Solo un mostro sacro del cinema come Martin Scorsese poteva attingere all'esperienza e alle risorse economiche per poter rappresentare un racconto così epico, disattendo le mode hollywoodiane e i gusti del popolo. Leonardo Di Caprio si conferma tra i migliori attori. Voto 9
Film notevole, con commistione di generi, ben focalizzata la diavoleria dei bianchi locali e la fragilità dei nativi, ma anche il dramma di chi si trova sulla linea tra vittime e carnefici in cui fragilità e diavoleria sfumano l'una nell'altra in un amore irredento...
Se un film che dura più di tre ore fila via senza provocare noia, vuol dire che ha già fatto il suo. Poi la regia di Martin Scorsese fa il resto, dirigendo con la maestria che gli è propria un film dalle forti implicazioni politiche. Il sangue dei nativi è il lirismo dei luoghi si equilibrano bene nello respiro ampio della storia. Opera necessaria.
Stavolta Martin gioca sul velluto del politically correct, ottiene fondi illimitati, e vola basso senza guizzi confermando il calo di ispirazione creativa (da Silence 2016). Ricostruzioni scenografiche, costumi e musica di prim'ordine, ritmo collaudatissimo (i 206 min passano agevolmente) ma nulla che resti indelebile. De Niro il migliore del cast.
Il film è valido, ma è lungo, almeno un ora di troppo. Con quel minutaggio ne esce una miniserie di 4 puntate da 56 minuti, per intenderci.
Poi fate come Ve pare.
Lungo e prolisso e poco pungente,almeno non come siamo stati abituati dai lavori precedenti del maestro,che appare a fine film.
Intendiamoci rimane sempre da vedere,ma il mio cuore si e' fermato su altri suoi capolavori.
Dopo il vergognoso scivolone dell'orripilante e inguardabile The Irishman, Scorsese torna ai suoi livelli abituali. Non un capolavoro ma, sicuramente, un buon film.
Film di denuncia abbastanza patinato, lungo e poco coinvolgente dal punto di vista emotivo. Ma la regia, le interpretazioni e la fotografia sono al top. 4 stelle
È come se Martin Scorsese si sforzasse, in maniera (sempre più) commovente, di raccogliere il testimone (o le ceneri) di una New Hollywood ormai prossima all'estinzione (come gli Osage, dei quali ci tiene a preservare la memoria).
Una scatola vuota ma ben infiocchettata. Americanata senz'anima con un Di Caprio che non ha niente a che vedere col personaggio che interpreta. Scelto per vendere il film? Tempo sprecato.
Nonostante la lunghezza il film non annoia mai. Si prende tutto il tempo necessario per raccontare il contesto e farci conoscere i personaggi. Bravissimo Di Caprio che riesce ad interpretare bene un personaggio sempre in bilico tra l'amore per sua moglie e la soggezione verso lo zio. Bello il tema musicale con la slide guitar.
Pellerossa impreparati alla gestione del tipo di economia importata dall’uomo bianco, geneticamente inadatti alla furberia e al sotterfugio della finanza e che scivolano, proprio perché rammolliti dall’opulenza, nella melanconia depressiva di un popolo strappato alle antiche abitudini e tradizioni e alla simbiosi con la natura. Film troppo lungo
In Killers of the flower moon manca qualcosa: l'epica, la passione o almeno la furibonda denuncia. E' un film stanco più che disilluso, un racconto di chi le ha viste – e narrate – tutte, sottomesso allo sguardo senza stupore dell'entomologo e allora sembra scandito come un radiodramma questo film, cosa che in effetti è.
Smisurato e vigoroso pur con qualche calo dovuto alla meccanica ripetizione della violenza perpetrata e al sub-plot procedural/trial, denuncia il rapace razzismo dei "visi pallidi" USA nei confronti di questa tribù d'Indiani. Formidabile DiCaprio, tra James Dean e Marlon Brando. Eccellenti fotografia (R. Prieto) e montaggio (Thelma Schoonmaker).
In risposta ad un paio di domande sulla programmazione ho iniziato una breve conversazione con il gestore della sala che mi rendeva note le titubanze dietro l’espressione speranzosa “Killers of the Flower Moon è il film dell’anno”. “Quello che dovrebbe vincere gli Oscar!”. Poi guardandomi, la domanda, rivolta più a se… leggi tutto
AL CINEMA
La barbarie della razza bianca nei confronti di quelle che ella ha per troppo tempo considerato inevitabilmente rivali e minori, trova riscontri sempre più oggettivi ed eclatanti nei racconti che la letteratura ha trasformato talvolta in romanzi di denuncia, imperniati su fatti e testimonianze che altrimenti correrebbero il rischio di venire dimenticati o perduti nell'ambito… leggi tutto
Sgombriamo subito il campo da dubbi. La fotografia è molto bella, a tratti evocativa. La ricostruzione storica, impeccabile, ai limiti del documentario. Lo sforzo collettivo, immane. Manca l'anima e in tre ore e venti di montato questa è una lacuna imperdonabile.
Scorsese ha dichiarato che, dopo due anni di impasse nella scrittura di una sceneggiatura che lo soddisfacesse,… leggi tutto
Qualche volta ho visto quel che volevo, qualche volta ciò che passava il convento. Qualche volta è stato magnifico, qualche volta una delusione. Il cinema, in fondo, è come la vita.…
In Oklahoma un gruppo di bianchi stermina con subdola meticolosità l'unico gruppo di nativi che è riuscito a far soldi col petrolio. Una vicenda affascinante quanto estremamente inquietante, narrata con pacata linearità: il colpo di scena viene buttato lì senza alcun pathos ed il claustrofobico orrore in cui vivono Mollie e le altre donne è mostrato dal punto…
In realtà ci sarebbe molto da dire sull'argomento - grandi registi più o meno addentro & affini al "sistema" hollywoodiano che, non riuscendo a trovare produttori, investono il loro patrimonio…
Ogni tanto c’è voglia di comfort zone, di film dove vai sul sicuro, e cosa più sicuro di un film diretto da Scorsese con De Niro e Di Caprio? C’è qualche possibilità che ne venga fuori una cagata, o anche una delusione? Improbabile, a essere pessimisti. Impossibile o quasi, a essere realisti. E infatti qua ci siamo. Film bello lungo, sulle 3 ore, ma che…
La nazione indiana Osage si scopre improvvisamente molto ricca. Il territorio della riserva assegnatole, in Oklahoma, dalla superficie brulla e poco produttiva, ha un sottosuolo ricco di petrolio; la sua estrazione porta ai pellerossa un eccezionale benessere economico ... e sventure anche maggiori. La legge impone, infatti, che i membri della tribù possano gestire il loro denaro solo…
IL FILM PIU' SPIELBERGHIANO DI SCORSESE
Prima cominciamo con le note dolenti, questo è il film che considero più spilberghiano di Scorsese, perchè se nella prima parte riesce a conservate una certa asciuttezza del racconto poi si perde in un eccesso di sentimentalismo tipico di Spielberg, capisco che era un film molto sentito, come si nota anche dal cameo del regista, ma…
A prescindere dall'anno di distribuzione, i venti (+10) titoli (di film, serie e tutto quello che sta in mezzo e oltre i due estremi) migliori cui ho assistito e/o dei quali ho scritto su FilmTV.it nel periodo…
Da un lato Scorsese ci aveva abituati a pellicole “fluviali” che superavano senza tema le 3 ore, ma dal ritmo forsennato. Ricordo la trama senza sosta di Quei bravi ragazzi, il tripudio di colori, costumi, suoni di Casinò, i fasti, le bellezze (anche fisiche) e le battute di The wolf of Wall Street. Così come i protagonisti dei film citati, anche Ernest Burkhart…
Questo film sembra dirci che per interpretare cinematograficamente l'ambiguità umana, il male viscerale celato dietro la falsa maschera del sorriso, dell'amore, dell'amicizia, occorra il sacrificio di un interprete capace di trasferire, di rendere visibile e insieme sfuggente ogni minima cosa sul suo stesso volto, nella sua stessa anima, in ogni inflessione di voce, in ogni parola e…
Scorsese orchestra un racconto fiume che getta un ombra sinistra sulla nascita di una nazione , quella americana, la cui identità è definita da soprusi ed angherie verso i nativi.
Sebbene il film sia molto lungo, devo dire che la tensione non si perde per strada, è troppo brutta da raccontare una storia del genere, si deve resistere fino alla fine del film per…
Scorsese raccontava con Gangs of New York che l'America è stata fondata, "costruita" col sangue e la violenza. Questo
Killers of the Flower Moon prosegue quel discorso, perfezionandolo. Tratto da un libro di David Grann che si ispira ad una storia vera e agghiacciante, il regista dirige una traccia di capitalismo De Niro, che dirige il nipote Di Caprio ingenuo, per…
La storia tragica del popolo dei nativi americani raccontato attraverso la vicenda di una piccola cittadina petrolifera, dei suoi abitanti e delle conflittualità tra comunità mai realmente integrate tra di loro, con il denaro ad alimentare il fuoco dell'odio. Un cast di livello garantisce una dimensione espressiva elevata, mai banale, pregna di ruvida cattiveria e totale…
E come ogni fine/inizio anno mi trovo a fare il bilancio dei film che ho gustato nei dodici mesi precedenti alla data di "giudizio". Ricco è stato l'anno trascorso di visioni che hanno ampliato la mia cultura e…
Giunchi, carici, tife, canne, ninfee, sfagni, muschi, licheni…
È un libro di libri, “Fen, Bog & Swamp - A Short History of Peatland Destruction and Its Role in the Climate Crisis”,…
Ormai, Scorsese si è abbonato ai grandi affreschi epocali definiti da una mission storiografica. Io lo preferisco come occhio acuto e penetrante del caos urbano. Gli utlimi film mi restituiscono una sensazione sgradevole di artificiosità. È tutto troppo pulito, controllato, accademico e didattico. In questo film, quanto meno, ci sono bei tentativi di giocare con le…
Il problema di Martin Scorsese è Martin Scorsese, il grande regista ormai unanimemente considerato il più grande tra i viventi, gigioneggia sempre e comunque ed è perennemente sopra le righe...lui, i suoi attori, le sue sceneggiature, tutto nei suoi film.
Ormai la sua firma è il "gangster movie" e (forse anche inconsapevolmente) lo infonde in qualunque sua pellicola,…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (29) vedi tutti
La denuncia del capitalismo criminale, il genocidio dei membri della Nazione Osage, la prevaricazione violenta dei bianchi, in una solida indagine sull'avidità e sulla crudeltà dell'uomo. Lo stile di Scorsese, il cast e l’apporto tecnico sono di fine fattura. Ma stavolta non tutto funziona e molto resta didascalico, illustrativo, freddo. Voto: 8.50
commento di Antonio_MontefalconeE' una storia che andava raccontata con dovizia di particolari e pazienza. Solo un mostro sacro del cinema come Martin Scorsese poteva attingere all'esperienza e alle risorse economiche per poter rappresentare un racconto così epico, disattendo le mode hollywoodiane e i gusti del popolo. Leonardo Di Caprio si conferma tra i migliori attori. Voto 9
commento di GARIBALDI1975Film notevole, con commistione di generi, ben focalizzata la diavoleria dei bianchi locali e la fragilità dei nativi, ma anche il dramma di chi si trova sulla linea tra vittime e carnefici in cui fragilità e diavoleria sfumano l'una nell'altra in un amore irredento...
commento di logosSi va sul sicuro, Scorsese, De Niro, Di Caprio...filmone.
leggi la recensione completa di tobanisScorsese è sempre Scorsese. Non il Suo film più bello, ma certamente un buon film. Da vedere. Voto: BUONO
commento di Yusaku87Se un film che dura più di tre ore fila via senza provocare noia, vuol dire che ha già fatto il suo. Poi la regia di Martin Scorsese fa il resto, dirigendo con la maestria che gli è propria un film dalle forti implicazioni politiche. Il sangue dei nativi è il lirismo dei luoghi si equilibrano bene nello respiro ampio della storia. Opera necessaria.
commento di Peppe ComuneStavolta Martin gioca sul velluto del politically correct, ottiene fondi illimitati, e vola basso senza guizzi confermando il calo di ispirazione creativa (da Silence 2016). Ricostruzioni scenografiche, costumi e musica di prim'ordine, ritmo collaudatissimo (i 206 min passano agevolmente) ma nulla che resti indelebile. De Niro il migliore del cast.
commento di Inside manUn altra denuncia sulla tragica storia dei nativi americani. Un dramma ben fatto, ma che richiede impegno e dedizione nella visione.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria RiccardelliIl film è valido, ma è lungo, almeno un ora di troppo. Con quel minutaggio ne esce una miniserie di 4 puntate da 56 minuti, per intenderci. Poi fate come Ve pare.
leggi la recensione completa di emilCandidato a 10 oscar? Uno lo devono dare a chi arriva alla fine del film, un polpettone inesauribile. Voto 3 e sono largo.
commento di iacopo73“Can you find the wolves in this picture?”
leggi la recensione completa di mckLungo e prolisso e poco pungente,almeno non come siamo stati abituati dai lavori precedenti del maestro,che appare a fine film. Intendiamoci rimane sempre da vedere,ma il mio cuore si e' fermato su altri suoi capolavori.
commento di ezioUn buon film anche se non privo di difetti: monotono nella parte centrale e a tratti troppo lento.
commento di gruvierazDopo il vergognoso scivolone dell'orripilante e inguardabile The Irishman, Scorsese torna ai suoi livelli abituali. Non un capolavoro ma, sicuramente, un buon film.
commento di Winnie dei poohFilm di denuncia abbastanza patinato, lungo e poco coinvolgente dal punto di vista emotivo. Ma la regia, le interpretazioni e la fotografia sono al top. 4 stelle
commento di xale78xMa diamine, Scorzese deve smetterla di far ste flebo. Che cominci a far serie tv!
commento di SladkiiÈ come se Martin Scorsese si sforzasse, in maniera (sempre più) commovente, di raccogliere il testimone (o le ceneri) di una New Hollywood ormai prossima all'estinzione (come gli Osage, dei quali ci tiene a preservare la memoria).
leggi la recensione completa di IlGranCinematografoUna scatola vuota ma ben infiocchettata. Americanata senz'anima con un Di Caprio che non ha niente a che vedere col personaggio che interpreta. Scelto per vendere il film? Tempo sprecato.
commento di iroScorsese, DiCaprio e De Niro che insegnano recitazione ed un lungo ma dinamico racconto nelle pieghe dell'America peggiore. Serve altro?
leggi la recensione completa di kfactorNonostante la lunghezza il film non annoia mai. Si prende tutto il tempo necessario per raccontare il contesto e farci conoscere i personaggi. Bravissimo Di Caprio che riesce ad interpretare bene un personaggio sempre in bilico tra l'amore per sua moglie e la soggezione verso lo zio. Bello il tema musicale con la slide guitar.
commento di mosez78Si poteva far meglio? Forse sì
leggi la recensione completa di yumeL'ennesimo capolavoro firmato Scorsese.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiL'ultimo Scorsese ha il respiro e la lucida potenza dei grandi capolavori della narrativa cinematografica statunitense.
leggi la recensione completa di scattincertiFilm che direi semplicemente perfetto in cui Scorsese mischia western, gangster movie, procedurale e film di denuncia
leggi la recensione completa di Stanley64Pellerossa impreparati alla gestione del tipo di economia importata dall’uomo bianco, geneticamente inadatti alla furberia e al sotterfugio della finanza e che scivolano, proprio perché rammolliti dall’opulenza, nella melanconia depressiva di un popolo strappato alle antiche abitudini e tradizioni e alla simbiosi con la natura. Film troppo lungo
leggi la recensione completa di gerkotaUn lato oscuro, ma purtroppo membro nelle fondamenta della storia americana.
leggi la recensione completa di imperiormax89In Killers of the flower moon manca qualcosa: l'epica, la passione o almeno la furibonda denuncia. E' un film stanco più che disilluso, un racconto di chi le ha viste – e narrate – tutte, sottomesso allo sguardo senza stupore dell'entomologo e allora sembra scandito come un radiodramma questo film, cosa che in effetti è.
leggi la recensione completa di ROTOTOMImpeccabile realizzazione tecnica ma lo storytelling fa acqua da tutte le parti
leggi la recensione completa di AlvySmisurato e vigoroso pur con qualche calo dovuto alla meccanica ripetizione della violenza perpetrata e al sub-plot procedural/trial, denuncia il rapace razzismo dei "visi pallidi" USA nei confronti di questa tribù d'Indiani. Formidabile DiCaprio, tra James Dean e Marlon Brando. Eccellenti fotografia (R. Prieto) e montaggio (Thelma Schoonmaker).
commento di Leo Maltin