Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
È il 1938 quando Anna (Porcaroli) entra nella vita di Luciano (Scamarcio, qui in una delle sue prove migliori), amico di un gerarca fascista (Musella), dalla porta di ingresso del suo ristorante ad Ascoli, cercando lavoro. La ragazza porta con sé un mistero che Luciano – che se ne innamora – scoprirà a poco a poco e che lo costringerà a prendere decisioni sofferte.
Dopo le prove stentate de Il rosso e il blu e Questi giorni, Giuseppe Piccioni ci regala una delle sue opere migliori, confezionando un ritratto intimista e misurato di un personaggio – un reduce a cui la guerra ha lasciato una pronunciata zoppia – che, pur simpatizzando per il regime, prende coscienza di ciò che sta accadendo con le leggi razziali. Sul modello di Una giornata particolare (a cui è accomunabile dall’imminenza della visita a Roma di Hitler), il film racconta la capacità del fascismo di penetrare nella vita delle persone, tra camere da letto, cucine e cantine, offrendo un saggio sul parossismo di un’intolleranza che fa da monito al tempo presente in cui, come dice l’anziano professore (Antonio Salines, morto al termine delle riprese e a cui è dedicato il film) che tutti i giorni si reca a mangiare nel ristorante di Luciano, mala tempora currunt.
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