Regia di Lisa Joy vedi scheda film
Curiosando nei fatti altrui, è inevitabile finire per scoprire cose che da una visuale esterna risultano di tortuosa lettura, per non dire oscurate, talvolta addirittura inimmaginabili. Così, capita di cercare qualcosa e di trovare tutt’altro, di desiderare una risposta e avere tra le mani semplicemente domande supplementari, di finire per scottarsi le mani, incastrandosi in un imbuto che obbliga a proseguire a testa bassa, a scavare senza sosta fino a individuare la verità.
Figuriamoci cosa potrebbe accadere in un’istantanea futuristica come quella ritratta in Reminiscence, nella quale la tecnologia consente di rovistare nel ganglio della memoria, di dirigersi e stazionare nel passato invece di continuare a soggiornare in un presente avaro di soddisfazioni e con vista su un futuro che non preannuncia nulla di buono.
Miami, in un futuro imprecisato nel quale la città è parzialmente invasa dalle acque del mare. Insieme alla sodale Emily Sanders (Thandiwe Newton – Crash. Contatto fisico), Nick Bannister (Hugh Jackman – Logan – The Wolverine) dirige un’impresa che permette di rivivere momenti passati. Proprio grazie al suo lavoro conosce Mae (Rebecca Ferguson – Mission: Impossible – Rogue nation), di cui s’innamora perdutamente.
Quando la donna scompare improvvisamente nel nulla, Nick cerca di capire cosa le sia capitato, mentre è impegnato nell’incarico di rintracciare Cyrus Boothe (Cliff Curtis – Fear the walking dead), un poliziotto corrotto. In breve, scoprirà che in passato i due sono entrati in contatto e che, di conseguenza, trovando Cyrus potrebbe ricavare informazioni utili su Mae.
Accolto malamente - senza tanti complimenti - dalla critica e dal pubblico americani, tanto che al box office statunitense ha esordito al nono posto con poco meno di due milioni di dollari per poi scomparire precocemente dai radar, Reminiscence attinge dal know how fantascientifico per poi battere principalmente altri percorsi.
Dunque, mette le radici in un futuro dall’orizzonte pregiudicato, ormai vittima conclamata di quel cambiamento climatico che sta cominciando a mordere il nostro presente, dando luogo a uno scenario tragicamente stimolante e visivamente robusto, per poi sviluppare una transizione che interseca il noir e il melodramma, stanando e convogliando forze dissimili, come l’amore assoluto e infima corruzione.
Il copione predisposto da Lisa Joy, qui all’esordio da regista e nota come sceneggiatrice di Westworld nonché per essere sposata con Jonathan Nolan, elabora convenzioni all’interno di un perimetro frastagliato, sparpaglia argomentazioni coeve al nostro tempo, sovrappone dubbi e domande, considerazioni e disposizioni, ossessioni e speranze.
Un apparato sostanzioso che non conquista quasi mai una continuità performante, che promette molto e mantiene poco, tentando acrobazie per poi riaccasarsi in uno svolgimento flemmatico, illustrativo per come si smarrisce in fiumi di parole (per quanto di un certo livello), indugiando nei pensieri che ammantano la mente accidentata del protagonista.
Così facendo, il rendimento rimane incerto e i temi proposti, per quanto potenzialmente penetranti, come la nostalgia per ciò che è svanito definitivamente lasciando rimpianti lancinanti e vuoti incolmabili, non sono sufficienti a sostenere un registro claudicante e imbottigliato.
Complessivamente, Reminiscence sfodera uno stato di fatto invitante ma poi finisce invischiato in un andamento a singhiozzo che aggiunge pezzi e procede a targhe alterne, mancando di continuità, mordente e ritmo, senza riuscire a valorizzare pienamente l’alchimia tra due interpreti prestanti quali sono Hugh Jackman e Rebecca Ferguson.
Tanto affascinante quanto infine sterile, compassato e zoppicante.
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