Regia di Rodo Sayagues vedi scheda film
AL CINEMA
Otto anni dopo le violenze occorse in casa di un ex militare divenuto cieco, ma ancora fisicamente in forma nonostante l'età ormai avanzata, ritroviamo l'uomo che accudisce una bambina che lo crede suo padre naturale, e che in realtà l'uomo ha salvato da un triste abbandono.
Mentre nei telegiornali circolano notizie circa un terrificante aumento dei rapimenti di minori, utilizzati per un turpe commercio di organi, una banda di teppisti inizia a seguire la bambina, fino a rapirla.
Devastato dall'avvenimento, e dopo averla difesa fino alle estreme conseguenze, il vecchio si metterà in marcia e, con l'aiuto di un pit bull dei delinquenti, ora suo alleato, raggiungerà il luogo del rapimento, trovandosi di fronte i veri genitori depravati della piccola, intenti a porre in essere un sacrificio vergognoso, organizzato per tentare di salvare la madre naturale della bimba, colta da una malattia senza scampo allo stadio terminale.
Per la direzione di Rodo Sayagues, anche sceneggiatore assieme al regista del primo episodio, Fede Alvarez, questo L'uomo nel buio (stesso titolo del precedente, ma tradotto… grande sforzo per i titolisti) è un filmaccio tutta violenza parossistica che sfocia nel parodistico più senza controllo che si possa pensare: vedere per credere.
I cattivi sono così sopra le righe che al confronto quelli di Cobra con Stallone, paiono degli agnelli caritatevoli.
La storia, esagerata e senza ritegno, risulta presto esasperante, e anche le interpretazioni degli attori paiono forzate ed effettate in capo a tutto il cast, senza escludere nemmeno la star Stephen Lang, esagerato e forzato come fosse coinvolto in un dramma shakespeariano.
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