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Il patriota

Regia di Roland Emmerich vedi scheda film

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La recensione su Il patriota

di Immorale
4 stelle

Fragoroso. Questo l’aggettivo che viene alla mente dopo la visione di questa ormai datata fatica di Emmerich; l’argomento, d’altronde, farebbe trepidare cuori registici anche meno avvezzi al fracassonismo di quello naturalizzato americano del regista nato tedesco. La storia romanzata del prode Benjamin Martin, figura mitica di “schiavista” democratico, e della sua numerosa famiglia, si intreccia quindi con Il fondamento avventuroso di una nazione. O meglio “La Nazione”. Quella americana, nata dal sangue del distacco dal cordone ombelicale economico della madrepatria e proseguita, poi, con l’espansione verso ovest e la strage dei nativi (verso i quali gli inglesi, invece, erano più tolleranti allo scopo, forse, di frenare gli istinti espansivi delle colonie). Sangue e onore, coraggio e morte ma anche ferocia e crudeltà costituiscono il (comunque blando) fulcro della pellicola, sublimato nelle sue fasi migliori, quelle guerresche (a parte la troppo pomposa e retorica battaglia finale), che fedelmente ripropongono le strategie degli eserciti settecenteschi e che ben esplicano il significato del termine “carne da macello”: file di soldati che si fronteggiano immobili facendo il tiro al bersaglio reciproco, con perdite umane altissime (pur tenendo conto dell’imprecisione dei fucili dell’epoca), prima delle cariche della cavalleria e della fanteria. Tali fasi vengono purtroppo intervallate da fastidiosi quadretti “agresti” sulle difficoltà personali e ambasce amorose della numerosa famiglia sudista, frivoli e inspiegabilmente avulsi dalla drammaticità della linea narrativa principale. Le superflue fasi introspettive, di solito davanti ad un bivacco-riposo del patriota/guerrigliero, troppo numerose e non sorrette da dialoghi all’altezza, contribuiscono a spezzare ulteriormente le fila di un plot già alla fonte non memorabile e ad allungare allo spasimo un minutaggio eccessivo che avrebbe richiesto più stringatezza. Un discorso a parte merita la svagatezza dell’intero cast e in particolare del protagonista Mel Gibson, più a suo agio nelle sequenze d’azione (lui o la sua controfigura) che nelle fasi di costruzione e approfondimento del personaggio: la sua sequela di smorfiette e contrazioni facciali supera ampiamente la soglia del ridicolo, portandolo a perdere lo scontro recitativo con l’almeno credibile antagonista, interpretato senza picchi ma anche senza gravi cadute dal gelido Jason Isaacs.

Sulla trama

Rumorosa.

Su Roland Emmerich

Partecipe.

Su Mel Gibson

Inadatto.

Su Heath Ledger

Testardo.

Su Joely Richardson

Fumosa.

Su Jason Isaacs

Deciso.

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