Il giovane Freddy ha terminato le scuole superiori e per questo intente organizzare un avvenimento atto a festeggiare il lieto evento.
Decide pertanto di prender parte ad una gita nel bosco, armato di tenda e con un programma che include soste in campeggio, insieme ai suoi più cari amici di studi, prima di farsi prendere dai propri progetti che probabilmente lo allontaneranno per molto tempo, se non per sempre, da quella affezionata, goliardica compagnia.
Proprio nel momento della partenza il ragazzo si imbatte in una misteriosa scatola, all'interno della quale egli trova alcune lettere che pretendono di raccontare eventi futuri di imminente accadimento.
Tra questi, quello inevitabilmente più inquietante appare in particolare come lo scritto in cui si manifesta l'intenzione, da parte di uno dei suoi più cari amici, di eliminare il nostro protagonista proprio in quel fine settimana campestre.
To Freddy (2020): Simen Stensheim Jørgensen, Nicolai Narvesen Lied, Viljar Bøe, Nicholas Vedi, Peter Emong
La circostanza, dapprima giudicata alla stregua di uno scherzo, trasformerà in modo sconvolgente quell'esperienza che doveva rivelarsi uno spensierato addio alla spensieratezza dell'età scolare.
Il film, diretto dal regista norvegese Viljar Boe, alla sua seconda opera dopo Beyond the ashes del 2019, gioca tutte le sue migliori carte sulla tensione che la scoperta delle inquietanti missive esercitano sullo stato d'animo dell'interessato: senza potersi fidare di nessuno, costretto dalle circostanze a trovarsi in un posto che non conosce e peraltro pieno di insidie come appare inevitabilmente un bosco, Freddy si strugge per comprendere chi può davvero volergli così male e perché, e tenta di guardarsi alle spalle, comprendendo che non può d'ora in avanti fidarsi più di nessuno.
Non sempre le circostanze riescono a rendere sempre palpabile la tensione che il protagonista coerentemente finisce per vivere, ma l'opera si può definire almeno interessante ed in parte riuscita.
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