Regia di Francesco Lettieri vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 78 - GIORNATE DEGLI AUTORI
La fama improvvisa richiede una tempra psicologica e comportamentale che spesso manca anche agli artisti più audaci ed ispirati, anzi forse soprattutto a loro.
Nic non si sa bene se sia un genio o un semplice trascinatore di folle, ma il suo duo di musica trap, quel genere da millennials di fatto vietato ai maggiori di 20 anni, lo ha reso una star da un giorno all'altro e ora "Lovely boy" è cascato nel tunnel della dipendenza da stupefacenti.
Alcuni anche audaci flashback ne documentano caoticamente le dinamiche, ed ora il ragazzo, ribattezzatosi (e sfregiatosi) più opportunamente come "lonely boy", sta trascorrendo le sue giornate presso una comune montana specializzata a trattare la dipendenza da droghe.
Cantanti di successo, droga, rapporti allo sfascio. Lovely boy, secondo film di Francesco Lettieri, noto per il suo apprezzato esordio con Netflix per Ultras, riesce a schivare più che può il pietismo e i pericolosi luoghi comuni che parevano inevitabili nell'affrontare un tentativo di rinascita che pare impossibile.
La vicenda infatti non si presta a facili soluzioni consolatorie, e la presenza sempre scanzonata, ironica ma anche sotto sotto drammatica fornita dall'appeal un po' menefreghista, un po' possibilista che già da solo esprime di facciata la figura di Andrea Carpenzano, aiuta a traghettare il progetto in una zona di semi-riuscita, per un'opera scomoda e urticante che ha il coraggio di raccontare la sua drammatica vicenda senza inutili edulcorazioni o devastanti piagnistei.
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