Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Dillinger è morto è un film particolare, partiamo da questo; innanzitutto, sembra che lo si ami o lo si odi, a giudicare dalle opinioni qui su FilmTV. Immagino possa esserci anche una via di mezzo, quella in cui io mi inoltro, che lo ritiene originale ma effettivamente poco accessibile (si badi bene: non brutto): cervellotico, amaramente grottesco, tempi dilatati all'inverosimile.
Il protagonista, Glauco, molto ben interpretato da Michel Piccoli, è un borghesuccio tranquillo che torna a casa dal lavoro, si prepara la cena, guarda la TV e trova una pistola avvolta in un foglio di giornale recante la notizia dell'omicidio del gangster John Dillinger. Comincia così una spirale di manialità psicotica: da qui in poi comincia a giocherellare nervosamente con la pistola fino a smontala, oliarla, rimontarla e dipingerla di rosso a pallini bianchi, a provarci, un po' annoiato, con la cameriera di casa e a rivedere filmini proiettati sul muro per poi cercare di interagire infantilmente con le immagini. Glauco è un uomo alienato, ritratto nel pieno del...vuoto della sua vita borghese e priva di emozioni, passioni, interessi. E' probabile che sparare alla moglie e iniziare una nuova vita da cuoco su una nave non lo facciano uscire dalla sua condizione...
Dillinger è morto ha una morale sicuramente interessante, è assai poco sessantottino per le tematiche e per questo anche un po' scomodo. Il difetto principale che vi ho trovato è la lentezza davvero esasperata, forse assolutamente necessaria per trasmettere la noia e la vacuità della vita di Glauco, ma rende il film non facilmente digeribile. Chissà, forse una seconda visione in futuro chiarirà le idee, rimane comunque un film curioso e avanti sui tempi.
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