Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Una delle vette del cinema europeo moderno. Sicuramente il punto piu' alto nella filmografia ferreriana. Forse l'unico titolo dell'Autore milanese che si possa in qualche modo ricollegare a Bunuel, per la sua lucidita' critica, la sua ferocia eversiva e la sua impostazione grottesca, onirica e surreale. Un film che parte dalla concretezza e dagli oggetti quotidiani per tramutarsi in un apologo astratto sul non-senso dell'esistenza. Assolutamente priva di psicologismi, e' un'opera che al limite si puo' prestare ad un'interpretazione di carattere psicanalitico. Molti critici hanno parlato (giustamente) di alienazione, incomunicabilita', crisi borghese etc...ma il vero nucleo del film e' la riproduzione delle realta'; tutto il film e' percorso da filmini, trasmissioni televisive, programmi radiofonici, canzoni, registratori, quadri, ritagli di giornale, immagini di ogni genere, e persino la sagoma di una donna con la maschera sul volto: il protagonista esiste solo in questa realta' fittizia e artificiosa. Ed e' in questa realta' che un gesto folle e tragico come l'omicidio perde la sua connotazione immorale e diventa un atto come tanti. E', in definitiva, un grande film sul cinema, inteso appunto come riproduzione della realta'. Memorabile il finale.
fondamentale
grandissima!
uno dei piu' grandi attori di tutti i tempi!
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