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Dillinger è morto

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

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La recensione su Dillinger è morto

di Qualcunocheadorailcinema
8 stelle

In una calda sera d'estate, Glauco, un disegnatore industriale sulla quarantina, ritorna a casa dal lavoro e trova la moglie a letto per una lieve indisposizione. In sala da pranzo lo attende una cena fredda assai poco invitante. Con l'aiuto di un libro di cucina, l'uomo decide allora di prepararsi qualche piatto di suo gusto. Mentre cerca gli ingredienti necessari, da un armadio salta fuori un pacchetto avvolto in vecchi giornali. Uno di questi è datato 23 luglio 1934 e reca la notizia dell'uccisione del gangster americano Dillinger. Dall'involucro esce una pistola a tamburo arrugginita.

 

 

La visione ferreiana livida, sagace e sottile, denuncia la disumanizzazione di un mondo consumistico in declino e che si schiera dalla parte diametralmente opposta al punto di vista del protagonista, ingranaggio di una monotona borghesia e, come tale, condannato all'eterno degrado morale.

Feticismi pseudo-erotici, continue effimere compulsioni e ossessive e morbose frustrazioni, fanno da preludio all'angoscia intrinseca verso la disperata ricerca della libertà, culminante in una tragedia umana. Un'opera totale e perturbante, in cui il silenzio vale molto più di mille risposte

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