Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: MADRES PARALELAS
We should all be feminist, dovremmo essere tutti femministi questo è il vero messaggio che Pedro Almodovar ha voluto dare con il suo Madres Paralelas film che ha aperto la Mostra del Cinema di Venezia. Frase che fa indossare in una maglietta a Penelope Cruz, intensa protagonista del film talmente in parte da farle vincere la Coppa Volpi come migliore attrice protagonista.
Dopo il suo film più personale che evidenziava l’aspetto più intimo e doloroso di un uomo, Almodovar torna nel terreno che gli è più congeniale: il melodramma con al centro la Donna con la D in tutta la sua complessità.
Ci parla di Madri e Maternità, di aspettative, di delusioni e di responsabilità. E lo fa nel suo film più politico perché la Madre è anche la Madre Patria e dentro il regista si sente il bisogno di raccontare la Spagna del passato che ai tempi del Franchismo ha abbandonato i suoi “Figli” al loro destino di “Desaparecidos” gettandoli nel dimenticatoio di una fossa comune. E sente questo bisogno di tramandare questo dolore alle generazioni future perché non si deve dimenticare che la Storia è un grande o piccolo ciclo che poi ritorna.
E per arrivare a tutto questo Almodovar parte dal racconto di due mamme single che si ritrovano nello stesso ospedale nel giorno della nascita delle loro figlie. Entrambe due gravidanze non volute.
Janis affermata fotografa invaghita di un antropologo che dovrebbe fare luce sulla fossa comune dove dovrebbe essere stato seppellito il suo bisnonno e Ana ragazza giovanissima e madre suo malgrado dopo uno stupro di gruppo.
Tra le due donne nasce fin da subito un legame molto forte. Sarà che entrambe saranno sole a crescere le loro figlie, sarà che entrambe sono state figlie cresciute senza una madre.
Il dramma dei “Desaparecidos” non è solamente un episodio della Storia ma simbolicamente è presente nella vita delle due protagoniste.
Sono Desaparecidos i genitori di Janis, madre Hippie che chiama sua figlia come Janis Joplin (bellissima la scena in cui Penelope Cruz racconta la genesi del suo nome con la cantante in sottofondo che canta Summertime e che sarà il preludio di una intensa notte di sesso) ma che farà crescere alla nonna visto che entrerà nel club dei 27 e padre forse di origine venezuelana.
Sono Desaparecidos i genitori di Ana, cresciuta dal padre perché la madre è troppo presa dalla carriera di attrice teatrale e che verrà abbandonata al suo destino quando rimarrà incinta della figlia dello scandalo.
Sono Desaparecidos gli uomini dalla scena del film, relegati in un ruolo di contorno oppure una voce all’altro capo di un telefono oppure una foto salvata nel telefonino.
Purtroppo, nei 120 minuti Pedro Almodovar mette tanta e troppa carne al fuoco del suo cinema: Femmine e Femminismo, Omosessualità e la nuova dimensione Fluida, Dramma e Melodramma, relegando alla Storia gli ultimi 20 minuti che sono anche quelli emotivamente più intensi fino all’ultima scena.
Madres Paralelas, pur essendo un film di pregevole fattura, dà la sensazione dell’occasione mancata. Una sorta di Deja Vu di altri film di Almodovar con qualche incoerenza e azzardo narrativo come nel caso dell’esame del DNA che però si salva grazie al mestiere del regista e soprattutto grazie ad una grande Penelope Cruz.
Voto 6,5
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