Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
Recensione n. 1500
Approfitto del traguardo, per me straordinario, delle 1500 recensioni per "festeggiare" idealmente con tutta la community di Film tv. Già da tempo non ho più moltissime occasioni da dedicare alla visione di film, pur restando il cinema una parte importante della mia cultura personale... dubito di poter arrivare ad altri traguardi numerici importanti e tuttavia... vorrei ringraziare i numerosi utenti che mi hanno sempre seguito, commentato i miei contributi, instaurato col sottoscritto amicizie virtuali e in qualche caso anche reali... Non faccio un elenco perché non voglio escludere nessuno... Un ringraziamento anche ai gestori del sito, sempre molto gentili e propositivi nei miei confronti. Grazie ancora a tutti e voi e aspettiamo sempre nuovi film da visionare insieme, in sala o a qualche festival
Il nuovo film di don Pedro non delude i suoi fan più viscerali e si pone come ennesima tappa di un percorso cinematografico che indaga il melodramma al femminile di stampo sirkiano con una coerenza e una pienezza estetica che difficilmente si ritrovano in giro. "Madri parallele" lo trovo leggermente meno interessante di "Dolor y gloria" a causa di qualche contorsione superflua nel copione (ad esempio l'episodio lesbico fra le due protagoniste, che secondo me non aggiunge nulla alla progressione drammaturgica della storia), ma per il resto parliamo sempre di una pellicola fra le più dense e stimolanti dell'anno, diretta col consueto rigore da Almodovar, interpretata magistralmente da un cast in stato di grazia, visivamente fiammeggiante nelle composizioni figurative. La tematica della maternità e dei cambiamenti che introduce nella vita delle donne é integrale al percorso artistico di Almodovar, ma qui analizzata da un punto di vista di sofferenza affettiva, dove il destino ha un ruolo centrale, che non si può affrontare senza spoilerare i colpi di scena della trama; Almodovar ha quasi sempre il tatto e la delicatezza necessaria per non banalizzare la materia narrativa e per conferire la giusta credibilità ai personaggi. Penelope Cruz supera la prova con notevole talento, tanto da poter affermare che questa probabilmente é la sua migliore interpretazione insieme a quella di "Volver": riesce a scavare in profondità nelle emozioni del personaggio, restituendone appieno la fragilità e l'assillo materno frustrato dalla successione imprevista degli eventi. Buona la prestazione della giovane Milena Smit nel ruolo della madre parallela e fra i comprimari spicca soprattutto Aitana Sanchez Gijon, molto incisiva pur avendo a disposizione poche scene. E il tema del recupero della memoria storica di un passato doloroso, attraverso lo scavo nella fossa comune per recuperare i resti del cadavere del bisnonno di Janis fucilato dai franchisti durante la guerra civile, non appare gratuito come sosteneva uno spettatore ascoltato casualmente all'uscita del cinema, ma ribadisce con forza la convinzione del regista che non si può costruire un futuro adeguato se non c'è una riconciliazione con le radici più profonde della propria identità.
Voto 8/10
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