Trama
Due donne, Janis e Ana, condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono due donne single, entrambe in una gravidanza non attesa. Janis, di mezza età, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule. Le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra le due e il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Il film inizia con Janis che cerca un modo per aprire la tomba dove giace il suo bisnonno, assassinato durante la guerra civile spagnola, e termina tre anni dopo con l'apertura della tomba stessa.
Al centro, il rapporto tra tre donne che si incontrano in una stanza d'ospedale prima che due di loro partoriscano. Janis, una donna di mezza età, è felice ed emozionata prima del parto; Ana, un'adolescente, è spaventata e traumatizzata dalla sua futura maternità; e Teresa, la madre di Ana.
Quando restano sole, Janis cerca di trasmettere ad Ana tutto il suo entusiasmo e la sua gioia. Entrambe sono in una gravidanza non attesa, e saranno delle madri single. Quando Janis le dice che "non se ne pente", Ana invece le confessa che le dispiace e solo mesi dopo le spiegherà il perché.
Madres paralelas parla degli antenati e dei discendenti. Della verità sul passato storico e della verità più intima dei personaggi. Parla dell'identità e della passione materna attraverso tre madri molto diverse tra loro: Janis, Ana e la madre di Ana, una madre egoista, priva di istinto materno, come lei stessa confesserà.
Come narratore, in questo momento sono le madri imperfette quelle che più mi ispirano. Sono madri molto diverse da quelle che sono apparse finora nella mia filmografia.
Per strane circostanze, Janis è costretta a vivere in piena contraddizione tra la verità storica (il suo bisnonno sepolto in una tomba) e la sua verità più intima, legata alla figlia. Il suo dilemma morale è al centro della storia e rende Janis un personaggio complesso, generoso, contraddittorio e persino meschino. È un personaggio molto difficile da interpretare perché ha sempre più di un volto, fino a quando il suo senso di colpa e la vergogna provocata dalla menzogna in cui vive la fanno esplodere.
Nonostante tutti questi elementi appartengano al genere melodrammatico, ho deciso fin dalla sceneggiatura e dalla messa in scena che Madres parallelas sarebbe stato un dramma intenso e contenuto, difficile da interpretare, e con una protagonista che magari non è un modello da seguire ma che mi ha attratto proprio per questo. È il personaggio più difficile che Penélope Cruz abbia mai interpretato fino ad ora, sia con me sia senza di me. E probabilmente il più doloroso. Il risultato è splendido, come sempre Penélope ha dato il massimo. Al suo fianco, la giovane Milena Smit è la grande rivelazione del film. La purezza e l'innocenza della sua Ana accentuano le parti più oscure di Janis.
Entrambe sono molto ben accompagnate da Aitana Sánchez-Gijón e Israel Elejalde. Alla fine, faranno tutti parte di una famiglia pittoresca e inattesa ma comunque vera e autentica.".
Trailer
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- Coppa Volpi miglior interprete femminile a Penélope Cruz al Festival di Venezia 2021
Commenti (20) vedi tutti
Bello. Davvero bello. E personalmente, l'interpretazione di Penelope Cruz che preferisco.
commento di silviodifedecapolavoro di erotismo inperniato di suspence è coscienza storica
leggi la recensione completa di ilpuntoUna generosa e feconda geometria degli affetti materni delle donne che nel dolore delle perdite riscattano la storicità nel proprio tempo da far vivere a testa alta 8
commento di logosConvincente lavoro di Almodovar su nascite, amori, drammi e tragiche memorie storiche. Ottime le protagoniste. Belle e, come al solito, vivide immagini. Il colore grande protagonista.
commento di iroDue ore di soap opera con scene di cui non si capisce l'utlilità...la ricerca del nonno...l'improvvisa svolta saffica...boh! Ma siccome è Almodovar "bisogna" dire che è un capolavoro.....
commento di Travis21Quasi un giallo in salsa femminista. Ben sceneggiato, molto ben interpretato con una Penelope Cruz in forma smagliante e diretto con grande perizia dalla mano sicura del Maestro Pedro Almodovar.
commento di bombo1Il film è fatto bene nonostante alcune scene incomprensibili e slegate. Brave le attrici e il regista.
commento di gruvierazLa vicenda doveva concentrarsi esclusivamente sul rapporto delle due madri. Inserendo nella sceneggiatura la ricerca dei corpi di persone morte per la guerra civile in Spagna negli anni '30, la trama perde di consistenza, soprattutto nel finale, dove invece di chiarire il rapporto fra le due madri, si vedono scheletri apparire da sottoterra Voto 7
leggi la recensione completa di filmistaIl tema della maternità, le inconcludente del sentimento amoroso, il sottofondo thriller, il tema dell'indissolubilita del legame filiale, l'emersione dei crimini del franchismo. C'è troppa roba in "Madres paralelas" perché tutto possa funzionare senza lasciare qualcosa di irrosolto. La classe di Almidovar si avverte tutta, ma da sola non basta.
commento di Peppe ComuneAlmodovar al massimo livello film che ci emoziona, come Julieta
leggi la recensione completa di claudio1959Non convince fino in fondo ma la storia e' avvincente.
commento di ezioUltimo film di Pedro Almodovar, che ha aperto l'ultima rassegna veneziana dove il regista ha ricevuto il Leone alla carriera, mentre Penelope Cruz ha ottenuto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile.
leggi la recensione completa di laulillaNon si può negare che sia un buon film, però si ha l'impressione che il regista abbia perso di vista il bandolo della matassa oppure, più semplicemente, che ci abbia voluto infilare dentro troppa roba e tutta di peso. Stimola molte riflessioni ma non coinvolge emotivamente. Voto: 7-
leggi la recensione completa di andenkoFilm slegato, temi forti, ma non convince
leggi la recensione completa di siro17Un’altra prova maiuscola di Almodovar che ci racconta una storia che questa volta non si chiude nella dimensione più privata come nella sua precedente opera. Qui sono di scena anche le colpe del passato e i danni provocati dal regime di Franco. La posta emotiva del racconto rimescola continuamente ruoli e gerarchie fino alla catartica conclusione.
commento di (spopola) 1726792molto Almodovar, sia nei toni di commedia (pochi) che in quelli di dramma, un film di un vero autore
commento di carloz5Forse con qualche piccolo eccesso ( l'inizio di relazione saffica tra le due protagoniste), ma sottolineo forse in quanto, FORSE il piccolo eccesso potrebbe avvalorare la vicenda ( sono effettivamante incerto). In compenso ho la sensazione di aver visto una grande performance del buon Pedro, a mio parere una delle migliori.
commento di pippusAlmodòvar sfoggia una volta di più la sua impeccabile maturità stilistica in un melodramma misurato e toccante che, intrecciando una duplice storia di maternità con il racconto di una pagina dolorosa della Storia Spagnola, ribadisce l’importanza di preservare la memoria storica e la necessità di affrontare il passato per poter guardare al futuro.
commento di rickdeckardPartirei dall'immagine. Che è vita e madre, o padre, per non scontentare nessuno, di tutte le possibili conseguenze. E in particolare l'incipit va da Lorenzo Mattotti. Per chi non desse un volto a tale nome, egli è il carismatico partoritore, nonchè artista - e fumettista delle immagini guida del manifesto della Mostra del Cinema di Venezia da 4 a
leggi la recensione completa di gaiartCome sempre accade con Pedro, inizialmente uno, stordito, esce dalla sala (anche del PalaBiennale della Mostra del Cinema di Venezia), pensando: ah, non si rinnova mai, il solito melodramma già visto, quasi da fiction. Poi, dopo qualche ora, nella sua anima lo rivede e si ravvede. Ancora una volta, capolavoro sensazionale.
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoir