Regia di Márta Mészáros vedi scheda film
Si tratta di alcuni ragazzi della classe operaia, tra cui spiccano Savanyù e la sua bella fidanzata Juli.
L'uno operaio di fabbrica, l'altra addetta alle pulizie degli ostelli dei lavoratori della fabbrica, non riescono ad incrociarsi se non durante il poco tempo libero trascorso ad ascoltare concerti.
In viaggio per seguire la loro band preferita, i ragazzi conoscono un giovane ed aitante produttore e musicista, di cui Juli si innamora, completamente ricambiata.
A quel punto per la ragazza sorge il dilemma se lasciarsi andare alle profferte amorose del suo nuovo bel spasimante, o tenere i piedi per terra e continuare quella vita operaia col suo futuro marito. Il senso di colpa prevarrà sul sentimento vero e genuino, condizionando fatalmente la decisione della protagonista.
Prima donna a girare un lungometraggio in Ungheria, Marta Meszaros si dedica con questo film al suo primo lavoro musicale, sfruttando l'ondata travolgente inglese della musica beat.
Ma utilizza questo spunto più che altro per dedicarsi nuovamente ad uno dei temi cardine della sua narrazione ed arte, ovvero quello della condizione della donna nella società, del desiderio di emancipazione che ha reso in quegli anni scandaloso il comportamento delle giovani decise a scrollarsi di dosso quel vincolo castrante di umili servitori dell'arroganza tipicamente maschile.
E lungo tutto il film si respira l'anelito alla libertà, alla tolleranza e al desiderio di un cambiamento che riesca finalmente a minare le fondamenta di una società arroccata sulle sue intransigenze e sulle sue disuguaglianze orgogliosamente portate avanti dalle istituzioni e dalla tradizione.
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