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Diario di spezie

Regia di Massimo Donati vedi scheda film

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La recensione su Diario di spezie

di barabbovich
7 stelle

Per Luca Treves (Richelmy), chef stellato, l'incontro con Andreas Dürren-Fischer (Ferracane), un restauratore di quadri fiamminghi di fama internazionale, potrebbe essere l'occasione per fare l'ultimo passo verso la celebrità gastronomica, raccogliendo l'opportunità che gli darebbe la notorietà delle persone legate al restauratore. In realtà, quest'ultimo si serve dell'ingenuità del primo - un raffinatissimo esperto di spezie, meticolosamente analizzate sul suo diario - per fargli fare il lavoro sporco di cose che solo a scriverle fanno venire i brividi. Sul caso, e sulla sparizione in Belgio di tanti bambini, sta indagando un ispettore di polizia (Rongione) al quale è stata rapita la figlia.
Dietro Diario di spezie, notevole esordio nel cinema di finzione di Massimo Donati, c'è il romanzo omonimo di quest'ultimo, a sua volta figlio di una sceneggiatura che, più di dieci anni prima dell'uscita del film in sala, aveva vinto il premio Solinas nel 2006. Stranezze del nostro cinema, che trova in questo thriller orrorifico una evidente promessa e una voce originale nel cinema di genere. Merito di una scrittura che, nonostante la struttura a mosaico, riesce a far combaciare perfettamente tutte le tessere di una trama che si snoda su tre protagonisti, tra i quali emerge la figura mefistofelica di Fabrizio Ferracane, credibilissimo tanto nella parlata in francese, quanto in quella in un italiano volutamente claudicante.

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