La recensione su Amber's Descent

di undying

6 stelle

Dramma dagli sfumati contorni horror con un finale agghiacciante che rende conto della "discesa" di Amber. Protagonista interpretata dalla graziosa e adatta Kayla Stanton, attrice agli esordi nel lungometraggio. Dirige Micheal Bafaro, qui alla decima regia e forse anche la sua migliore.

Amber Waltz (Kayla Stanton), dotata pianista con un passato inquietante, si trasferisce in una casa di campagna. L'isolamento dovrebbe esserle di aiuto per completare una sinfonia musicale. L'unico conoscente che frequenta è Jim (Michael Mitton), tuttofare assunto per svolgere lavori di manutenzione. Ma poco dopo essersi stabilita nell'abitazione qualcosa di strano le accade: Amber inzia a udire rumori insoliti, voci, mentre ha visioni di una bambina e di persone forse legate al trascorso del luogo. Quando si accorge inoltre che gli spartiti musicali, misteriosamente, sembrano comporsi in maniera autonoma, senza il suo contributo, inizia a sospettare che questo brano potrebbe rappresentare la sua ultima composizione.

Look evanescente, capelli rossi, volto con mento spigoloso e occhi gelidi (con iride via di mezzo tra il colore grigio e l'azzurro), Kayla Stanton interpreta questa romantica e delicata disavventura dell'orrore, che sembra guardare a un tipo di storia fuori tempo e fuori luogo. Non è dato sapere in che epoca si stiano svolgendo i fatti, che potrebbero benissimo essere frutto di una sceneggiatura scritta negli anni '50 del secolo scorso. Nessun truculento effetto speciale, né botti sonori o situazioni d'effetto. Micheal Bafaro scrive, assieme a Michael Mitton (anche attore nel ruolo di Jim), questo enigmatico dramma, che solo in chiusura trova (il)logica spiegazione.

La fotografia dai toni spenti, assieme a una colonna sonora pacata e standard, si adegua al registro irreale del film, ossia giocato sul punto di vista della realtà parallela, quella che emerge come un inafferrabile fantasma dalle profondità della mente umana. Solo la terza parte del film, in assoluto la più enigmatica, si addentra in atmosfere gotiche e panoramiche paurose (le visioni inesplicabili della protagonista, via di mezzo tra allucinazione e realtà).

Con Amber's descent Bafaro mira a raggiungere una platea di pubblico più ampia, potendo così attirare l'attenzione anche di chi poco gradisce il genere. Benché sia qui alla sua decima regia, Bafaro non viene certo ricordato per cose tipo 11:11 - La paura ha un nuovo numero (2004), The convent 2 (2006), The cycle (2009) o Wrecker (2016). E nemmeno questo ulteriore viaggio nel mistero probabilmente lo aiuterà a diventare più celebre. Però tra le cose che ha diretto è certamente la più intima e profonda, grazie anche alla bella interpretazione della Stanton, attrice decisamente graziosa, dai lineamenti delicati e stranamente malinconici, portata a ruoli drammatici e qui all'esordio nel lungometraggio dopo essere comparsa nelle serie televisive Lucifer (2017) e Supernatural (2018).