La recensione su Demonic

di undying

6 stelle

Complesso e non banale esercizio di stile, con ibridazione di temi (fantascienza e horror) innestati su un dramma familiare. Ben diretto e recitato, sicuramente originale ma anche poco in linea con le attese di certo tipo di pubblico al quale - trattandosi di un horror - è stato forse inopportunamente indirizzato.

Da oltre vent'anni Carly (Carly Pope) non ha più rapporti con la madre Angela (Nathalie Boltt), dopo che quest'ultima si è macchiata di una serie di incompresibili omicidi. Quando apprende che è stata ricoverata in stato comatoso alla Therapol, una clinica che sviluppa cure sperimentali, Carly si rende disponibile per tentare una terapia rivoluzionaria. Mediante un elaborato programma attuato con evoluti personal computer, ha così accesso a uno spazio "virtuale" - modellato sui ricordi della madre - che le permette d'incontrarla nella vecchia casa d'infanzia. Un incontro inquietante, quasi onirico, che le rivela però una realtà sorprendente, quella della possessione demoniaca.

Neill Blomkamp - promettente regista di District 9 (2009) ed Elysium (2013) - torna a dirigere un film dopo una lunga sosta che lo ha visto coinvolto nella realizzazione di soli cortometraggi. Sviluppa per l'occasione una sceneggiatura particolarmente elaborata, nella quale si intrecciano suggestioni fantascientifiche - le lunghe sequenze in ambienti virtuali, che rimandano all'eterna argomentazione filosofica sulla percezione e sull'irrisolvibile enigma della realtà (non solo quella che vediamo, ma un più articolato insieme di fenomeni anche e soprattutto psicologici) - e tematiche horror, affrontate però in maniera piuttosto marginale quando non implicita. Il soggetto trae spunto dalla religione cattolica, con presenza d'esorcisti (all'avanguardia tecnologica) e posseduti da un demone piromane, mai nominato, che può essere sconfitto solo grazie a un pugnale sacro conservato da millenni in Vaticano.

Noncurante di una storia poco spettacolare e quasi certamente meno apprezzabile da parte del pubblico, Blomkamp realizza un'opera che tra le immagini cela temi esistenziali (il disappunto di Angela per non essere riuscita a realizzare i suoi sogni, destinando la figlia a un futuro incerto), ben diretta e in particolar modo recitata con partecipazione dalla brava Carly Pope, attrice pressoché sempre presente sullo schermo. Sicuramente imprevedibile e indubbiamente anche originale, Demonic al netto di un paio d'effetti shock (memorabile l'incontro notturno di Carly con l'amica Sam, destinata a scomparire "nel bosco") presenta per la maggior parte del tempo una cinematografia di qualità destinata a svilire incomprensibilmente nella fase finale, che è anche quella meno riuscita e apparentemente girata più frettolosamente.