A Isabel Sandoval spetta il compito di dirigere il ventunesimo cortometraggio che appartiene al progetto "Miu Miu Women's Tales", incentrato su una visione tutta al femminile delle varie dinamiche di vita, ma anche quello di rivestire i panni della protagonista.
In California, nel periodo della Grande Depressione, agli immigrati non era consentito innamorarsi e convolare a nozze con i cittadini americano.
Ritroviamo una bella donna in un confessionale, impegnata nel sacramento della confessione , mentre racconta la sua storia d'amore nata nei campi durante i lavori di raccolta protratti sino a notte fonda. O almeno così ci viene fatto sembrare.
La donna si innamora di un giovane contadino americano, ricambiata, e nel raccontare al suo confessore la dinamica di quel rapimento estatico, ella rivive le medesime sensazioni private in quel frangente, che la proiettano in una dimensione onirica ove riappare sotto le spoglie di altre donne decisamente più facoltose, avvolte nei vestiti entusiasmanti che permettono al brand Miu Miu di sbizzarrirsi, utilizzando le pregevoli fattezze della cineasta filippina.
Dalla regista dell'apprezzato Lingua Franca, un piccolo frammento di cinema in grado di rendere manifesto il rapimento estatico che nasce da un sentimento genuino, tattile e condiviso che va ben oltre gli ostacoli terreni che solo l'imperfezione umana ha il coraggio di anteporre al sentimento.
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