Regia di Massimo Mazzucco vedi scheda film
Interessante pellicola sentimentale e psicologica, a tratti lirica, che si meritava una maggiore visibilità di quella che ha avuto.
Seguo Massimo Mazzucco nei suoi blog/canali Contro TV e Luogo Comune, altrimenti ben difficilmente mi sarei guardato questa pellicola piuttosto dimenticata, ingiustamente, nonostante la presenza di due attori di spicco di due generazioni diverse.
Ebbene, è stata una curiosità ben compensata, la mia.
E' un film che scava nei rapporti tra padre e figlio, ed indaga nelle relazioni tra uomo e donna, familiari e non. Entrambi questi scenari sono venati di amarezza, che a poco a poco affiora tra passato e presente, nella pudica indagine che Mazzucco conduce. Da un lato vediamo l'affetto e le incomprensioni tra padre e figlio, e i tanti piccoli rimorsi di una vita, per quello che non si è detto e non si è fatto, e viceversa. Dall'altra sullo sfondo prende forma a poco a poco, tramite flash-back, la famiglia del figlio, con la moglie e le bambine, e un matrimonio entrato in una fase di stallo. Come il padre, anche il figlio ha molto di che rimproverarsi, specialmente per le sue scappatelle con le turiste da sole e le colleghe. In questo senso, Mazzucco riesce a mettere a fuoco con verità e franchezza certe meschinità del protagonista, mentre vive egli stesso una specie di momento di verità con se stesso. Mi riferisco, ad es., alla telefonata per fare gli auguri ad una delle bambine che ha il compleanno, e raccontare un sacco di balle alla moglie, mentre è in una camera d'albergo con una tipa conosciuta poco prima. L'idea di far sentire la telefonata solo con il sonoro, sovrapposta alle immagini dell'avventura clandestina, è molto riuscita.
In generale, si respira un'aria di Pupi Avati seconda maniera, per la malinconia, le relazioni precarie formano le vite dei personaggi, e momenti di meschinità nella vita, con forse però una nota di speranza in più rispetto al regista bolognese.
Il modo di raccontare di Mazzucco è non convenzionale, e originale anche nei dettagli. Ho trovato efficace anche l'uso del paesaggio con toni lirici, e la presenza di momenti di silenzio in cui i personaggi riflettono sulla propria vita.
Ho trovato bravo Barbareschi e anche lo stesso Chiari in versione seria (dove, secondo, me riusciva meglio). Solo io non lo avrei fatto cantare così tanto (e così male).
Cinema minimalista, che coglie la verità delle cose.
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