Regia di Mel Brooks vedi scheda film
Un impresario teatrale e un impiegato del fisco improvvisano un’alleanza per truffare alcune vecchie danarose, allestendo uno spettacolo fallimentare allo scopo di fare fiasco e poi filarsela con i soldi: la scelta cade sul musical Springtime for Hitler, scritto da un ex nazista, diretto da un regista incapace, interpretato da attori improbabili e arricchito da coreografie che sembrano ideate da un Busby Berkeley fuso di testa. Il film d’esordio di Mel Brooks fa ridere ancora abbastanza, ma meno di quanto ci si aspetti (e quasi nulla in quello che invece dovrebbe essere il suo punto di forza, ossia la prima a Broadway): in parte per i limiti intrinseci dell’autore, più a suo agio con la parodia vera e propria come in Frankenstein junior, in parte perché a distanza di anni le bollicine cominciano a svaporare; comunque l’idea di partenza, ossia il musical dedicato a una tragedia storica con effetto straniante, verrà ripresa nell’episodio di La pazza storia del mondo sull’inquisizione spagnola. Ottima la coppia comica Zero Mostel-Gene Wilder, ma il contesto non è all’altezza: in particolare la segretaria oca non funziona.
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