Regia di Mel Brooks vedi scheda film
A tratti esilarante, questo è il fulminante esordio registico del monumentale Mel Brooks, direttamente approdato all'Oscar come miglior sceneggiatura e alla nomination per Gene Wilder come miglior attore non protagonista (meritato? Forse sì, ma Zero Mostel riempie lo schermo molto più con il suo gigioneggiare che con la pur innegabile mole). Brooks era già un autore comico piuttosto noto e la decisione di passare dietro la macchina da presa, per sua stessa ammissione, arrivò quasi per caso: difficilmente può averne compiute di più sensate e artisticamente redditizie nella sua lunga esistenza. Il limite principale della pellicola si può invece ritrovare nella chiara marca teatrale del lavoro: pochi interni e costruiti ad hoc, molte scene dello spettacolo (quello di cui si parla nel film) riprese e riportate di sana pianta. Il titolo si rifà probabilmente al di poco precedente Per favore non mordermi sul collo (Roman Polanski, 1967), per un'usanza tutta italica secondo la quale, se un film funziona, allora tutti i prodotti che escono immediatamente dopo venderanno altrettanto o addirittura meglio con un titolo simile. The producers forse non dice granché al pubblico nostrano nemmeno oggi – figuriamoci nel 1967, ma Springtime for Hitler rimane una vera idea geniale, una tra le tante che l'ebreo classe 1926 (dunque uno che i nazisti li ha conosciuti bene...) Melvin Brooks partorirà nel corso di una carriera stracolma di trionfi e opere memorabili. "Uccidiamo gli attori"; "Ma sono uomini, non animali"; "Dici così perché non li hai mai visti mangiare" è un esempio degli scambi sempre a cavallo tra nonsense, surreale e politicamente scorretto che farciscono i dialoghi della pellicola. L'umorismo è sottile, ma la satira feroce e si riverbera sia sul mondo dello spettacolo che sulla censura, ma ovviamente in primo luogo sull'assurdità dell'ascesa di Adolf Hitler e sulle sue gesta. A vent'anni o poco più dalla fine della seconda guerra mondiale, Per favore non toccate le vecchiette risulta un film divertente, intelligente e coraggioso. 7/10.
Un produttore di commedie teatrali in crisi finanziaria può cavarsi dagli impicci solo in un modo: frodando l'erario con un fallimento. Come procurarselo? Semplice: mettendo in scena con i finanziamenti di alcune simpatiche vecchiette Springtime for Hitler, un musical scritto da un folle irriducibile nazista. Lo spettacolo è però talmente delirante che la gente fa la fila per riderne.
(Re-visione 22/9/21)
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