Regia di Mariano Cohn, Gastón Duprat vedi scheda film
Opera alquanto singolare questa. Originale a dir poco, a metà strada tra il grottesco e la satira sullo show business, si lascia seguire incuriosendo.
Di trama non ce n'è molta. Tutto ruota attorno all'ego e al narcisismo dei tre protagonisti: una regista e due attori che collaborano al fine di realizzare il più grande film della storia.
Il punto forte di questa pellicola sono i dialoghi e la stranezza dei personaggi.
Ogni tanto ci sono dei cali di ritmo e la messa in scena a volte appare un po' sopra le righe, ma le situazioni grottesche fanno sorridere.
Memorabile ed esilarante, in modo particolare, la scena del bacio lesbico.
Troviamo un Antonio Banderas ispirato, che interpreta con maestria e credibilità Felix, uno scaltro bastardo che però è un bravo attore; una Penelope Cruz inedita con tanto di criniera rossa, che la fa sembrare una bella leonessa, che interpreta Lola, una regista un po' schizzata e molto eccentrica, ma buona e sensibile, e un Oscar Martinez che suscita tenerezza nell'interpretare Ivan, un attore veterano e intellettuale, spesso messo in ombra da Felix.
Il film non è estraneo a qualche sequenza monotona, le prove a cui Lola sottopone gli attori, stressandoli con metodi talvolta assurdi e cercando di plasmarli a modo suo, dopo un po' appaiono ripetitive, eppure eppure, l'opera, tra i suoi vari paradossi, propone anche tematiche impegnative come il valore dell'amicizia e della leatà.
Alcuni dettagli emergono e si scoprono gradualmente, non mancano i colpi di scena fino alla fine e il risultato è un film che si barcamena con stile e ingegno, tra dramma e commedia all'insegna della competizione personale e professionale.
Dopo averlo terminato di vedere, ci si chiede se ci sarà un sequel con la vendetta di Ivan.
È tutto un po' sconclusionato, ma introspettivo e mai banale.
Dedicato a chi ama i film diversi, con personaggi privi di moralità e... i finali a sorpresa.
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