Regia di Mariano Cohn, Gastón Duprat vedi scheda film
SINGOLAR TENZONE-“Ci sono film che finiscono con i titoli di coda, altri che possono non terminare mai” sostiene con un sorriso astuto o complice allo spettatore, Penelope Cruz, la quale in “Finale a sorpresa” recita il ruolo di una sofisticata regista. A che tipo di film allude? A film la cui storia raccontata continua per la sua strada, molto dopo la loro uscita? Oppure più semplicemente a pellicole che non contano per sé stesse, senza un significato da cogliere, ma sono mero pretesto per chi è schiavo del proprio gigantesco ego, per servire il quale trasformano un progetto in realtà concreta? Gli argentini Gastòn Duprat e Mariano Cohn, come nei precedenti “L’artista” e “ Il cittadino illustre”, più che proporre una riflessione sul talento artistico, scelgono di fare dell’ironia, più o meno facile, sul deteriore che gravita ridicolmente attorno a tale fenomeno. Di conseguenza la pellicola si concentra sul narcisismo estremo che accomuna personaggi monodimensionali, dal produttore, alla regista e ai due attori. L’autoreferenzialità dell’uno non può che trovare ostacoli nell’autoreferenzialità degli altri. Dunque il tutto finisce con il ridursi a una lotta, neppure troppo titanica, fra innamorati del proprio io baciati da una fama speculare nel proprio campo: pose, menzogne, duelli di insulti e di baci appassionati, e rivalità in maschera costituiscono l’ossatura di una commedia con tanto di sorpresa finale. Il libro da far diventare film ha il significativo titolo di Rivalidad ed è a sua volta un rocambolesco feuilleton sul conflitto insanabile fra due fratelli. Nel circolo chiuso la competizione continua, il divertimento dello spettatore non so
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