Regia di Robert Bresson vedi scheda film
Opera insolita nel canone bressoniano per l'ambientazione medievale, risulta un film estremamente stilizzato, impegnativo e con scelte stilistiche antispettacolari, ma di grande coerenza interna e affascinante anche a livello figurativo. Il pessimismo di Bresson si fa sempre più accentuato e desolato, la visione cristiana dell'esistenza che si ritrovava nei primi film sembra essere stata sostituita da un'estrema reificazione dell'individuo e delle sue possibilità di agire nel contesto sociale e nella Storia. Rimane memorabile il torneo fra i cavalieri ripreso inquadrando le zampe dei cavalli, in una sinfonia audiovisiva di gusto estremamente elitario. Molto diverso, e comunque superiore a tutti gli altri film del ciclo arturiano : al confronto opere come "Excalibur" o "Il primo cavaliere" risultano paccottiglia hollywoodiana; lo preferisco anche al "Perceval" di Rohmer, che era più artificiale e monotono nelle sue scelte di regia. Un film non per tutti i gusti, ma che testimonia del genio creativo e della capacità di rinnovamento anche formale di un grande artista.
voto 8/10
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