Regia di Ivan Minin vedi scheda film
Il "The blair witch project" russo arriva dopo oltre vent'anni dal mediocre (misteriosamente acclamato) lavoro di Sánchez e Myrick. Non cambia una virgola dal modello ispiratore, essendo il solito mockumentary girato in mezzo a un bosco di notte. Senza budget e ancor meno idee.
Da decenni in una zona densamente boscosa a nord di San Pietroburgo varie persone scompaiono misteriosamente. Quelle poche volte che i corpi senza vita sono stati trovati, erano privi di vestiti e con vistose cicatrici, conseguenti traumatiche ferite. Il 14 ottobre 2017 una squadra di volontari si addentra nel bosco, alla ricerca di un adolescente scomparso. Ben presto, tutte le comunicazioni con i soccorritori si interrompono. La gente del posto è certa che il gruppo sia finito vittima di uno spirito oscuro, chiamato "Vedova zoppicante", forse responsabile di tutte le sparizioni.
Vdova (titolo originale di The widow) inizia con una serie di interviste ad alcuni residenti della zona vicino all'enigmatico bosco. I testimoni raccontano dettagli macabri sulle circa trecento persone scomparse al suo interno e i pochi corpi di cadaveri rinvenuti. Finita la breve premessa, un gruppo di soccorritori si addentra nella zona, alla ricerca dell'ultima persona scomparsa. Ovviamente sono dotati di telecamere, faretti e walkie talkie (nel 2017 si usano ancora?) essendo questo lungometraggio, in buona sostanza, un altro dei sempre più numerosi mockumentary. Sono passati appena cinque minuti dai titoli di partenza ma già il film arresta bruscamente, offrendo un loop inarrestabile di brutte riprese viste e riviste, accoppiate a dialoghi logorroici e del tutti frammentati per nascondere l'assenza di una storia. Uno chiama l'altro, l'altro chiama l'uno, mentre camminano tra gli alberi in pieno giorno un po' tesi per la scomparsa del loro cane, addestrato al ritrovamento di esseri umani. Ricorda qualcosa... ma The Blair witch project, ovvio! L'esordiente regista russo Ivan Minin, anche coautore della sceneggiatura, ci arriva dopo più di vent'anni a rifare il celebrato finto horror (no budget) americano. Chi lo avrebbe mai detto che il film di Sánchez e Myrick a distanza di così tanto tempo avrebbe ancora fatto danni? Qui la cinematografia è forse un po' migliore, nel senso che le riprese sono leggermente più illuminate ma ancora una volta la storia si basa su uno spunto appena accennato e per nulla sviluppato.
Parole su parole, riprese mosse, colonna sonora invadente e nervosa con inattesi sbalzi di volume. Dopo quaranta minuti sembra di essere di nuovo tornati all'inizio, con l'unica differenza che son calate le tenebre. In buona sostanza non si capiscono le ragioni che hanno condotto le distribuzioni a coinvolgere mezzo mondo per questo ennesimo esordio, che pur in arrivo dalla Russia non si discosta dalla bassa media di quelli analoghi, per non dire identici, europei e americani. Uscito alla fine di ottobre 2020 in patria, ha poi iniziato a circolare in Messico, Argentina, Canada e infine anche USA. I film horror, ormai è un dato di fatto, con il passare degli anni stanno diventando tutti uguali e, qualitativamente, davvero pessimi. E così anche questo Vdova gira insomma a vuoto sino alla fine, contribuendo ad allungare l'ormai infinita serie di titoli inguardabili, girati senza mezzi, che nemmeno per un secondo suscitano paura, e ancor meno stimolano l'interesse durante l'apatica visione.
"In un certo modo misterioso i boschi non mi sono mai sembrati cose statiche. In termini fisici, io mi muovo attraverso essi, tuttavia in termini metafisici, essi sembrano muoversi attraverso me." (John Fowles)
Trailer
F.P. 01/04/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 86'16") - Data del rilascio USA: 30/03/2021
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta