Regia di Adam McKay vedi scheda film
Guardando quanta fatica facciano i protagonisti di Don't Look Up a portare all'attenzione di tutti la notizia di un'imminente estinzione di massa, non si può negare quanto Adam McKay abbia ben inquadrato la deriva della sovraesposizione mediatica di qualsiasi informazione e/o immagine alla quale siamo soggetti; d'altronde, anche il suo film ormai è sparito nell'immenso e dispersivo catalogo Netflix. Ed è un peccato, dato che Don't Look Up è una brillante satira sociale sui nostri tempi, oltreché un instant movie capace di catturare il tema mondiale più scottante e divisivo degli ultimi anni, ovvero la crisi ambientale, e rielabolarlo attraverso una commedia dell'assurdo cinica, diretta e divertente. Certo, trattandosi di un'opera dai tratti caricaturali e dall'ambizione sfrenata nel volere rappresentare le tante contraddizioni della nostra società, il risultato non è un approfondimento, bensì una carrellata di situazioni nelle quali lo spettatore non può far altro che riconoscersi, ironicamente messe in scena dalla regia quasi documentaristica di McKay, esaltata a sua volta dal montaggio frenetico e coinvolgente di Hank Corwin.
Nonostante una minima lungaggine permei l'ultimo atto, la sensazione resta comunque quella di un lavoro centrato e potenzialmente capace di muovere le coscienze; invece, proprio come nella Terra raccontata dal film, l'attenzione mediatica che avrebbe meritato ha lasciato subito spazio ad altro, allo scorrere incessante di prodotti e notizie nuove. Probabilmente il più grosso difetto di Don't Look Up è la sua destinazione finale.
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