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Don't Look Up

Regia di Adam McKay vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Don't Look Up

di ndr94
7 stelle

«Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito» recita il celebre proverbio.

 

«Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito» recita il celebre proverbio. Con quale migliore espressione si potrebbe descrivere in breve il senso del film di McKay

Un film che è tutto e il contrario di tutto. Un mainstream che strizza l'occhio al genere distopico fantascentifico e al documentaristico, affrontando tematiche tipiche del cinema impegnato seppur rimanendo di fatto una commedia. Un film di frontiera, che si colloca al confine fra tanti generi, per certi versi un ibrido. Un film controverso a cominciare dal suo genere d'appartenenza e tanto basta a renderlo interessante.

La trama è delle più semplici e lapalissiane: due astronomi, Randal Mindy (Di Caprio) e la giovane Dibiasky (Lawrence), scoprono l'esistenza di una cometa delle dimensioni dell'Everest in rotta di collisione con la Terra e pronosticano la conseguente estinzione del genere umano.

Se la trama ha tutti i presupposti per andare a scadere nel demenziale lo sviluppo della narrazione rivela invece un sorprendete mordente lungo l'intero arco dei 145 minuti. Sin da subito emergono i veri protagonisti del film incarnati nelle disavventure dei nostri personaggi: la denuncia, la critica e l'invettiva nei confronti dell'attuale stato delle cose.

Il regista opera la sua minuziosa critica della società declinandola attraverso i settori maggiormente rappresentativi: politica, economia, informazione e interazione sociale. Un quadretto che di primo acchito potrebbe sembrare macchiettistico e raffazzonato ma che sembra rivelarsi quanto di più vicino alla realtà.

E infatti assistiamo ad una classe politica arrivista, interessata esclusivamente all'immagine pubblica e al consenso elettorale e che premette gli interessi economici davanti alla salvaguardia collettiva; a lato, o meglio converrebbe dire a braccetto, figura una grande multinazionale di alta tecnologia chè è anche promotrice e finanziatrice del presidente in carica. E qui troviamo le maggiori invettive nei confronti della distorsione che il capitalismo ha realizzato verso il genere umano con l'abberrante e dissennato perseguimento del profitto a scapito di tutto e tutti: persino di sè stesso!

Ed infine, strettamente connessi fra loro stanno il mondo dell'informazione e quello delle interazioni sociali. Il primo, anch'esso ormai asservito non più ai cittadini bensì alle logiche del mercato è ben distante dal mitologico mondo di The Post in cui «la stampa serve chi è governato, non chi governa». L'informazione è qui, come tremendamente avviene nella realtà, ricamata in tempi stretti nei quali non c'è spazio per l'approfondimento, men che mai quello scientifico, e l'unica cosa in grado di far notizia e audience è l'intrattenimento. E come non ripensare alla celebre riflessione di Eco: «La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità». E così oggi assistiamo allo scenziato che risponde in prima persona all' internauta di turno abbattendo quel sacro filtro, non aristocratico ma giustamente meritocratico, che l'accademia ha costruito. La fatica e lo studio vengono spazzati via con uno scroll dall'enorme mole di titoli che scorrono sulle home di molti, costruendo convinzioni e falsità che c'impediscono di discernere il vero dal falso. Come se un padrone senza volto c'invitasse a «non guardare in alto / don't look up» e piuttosto restare concentrati sugli schermi dei nostri cellulari e a crogiolarci nel torpore della nostra mediocrità in una dimensione sociale priva di socialità.

Una socialità che si riscopre troppo tardi, anche se in fondo non è mai troppo tardi, nella condivisione di una cena, l'ultima, nel tentativo di esorcizzare la fine dei tempi, restando vicini uno accanto all'altra, tenendosi per mano.

Un film caustico, divertente e amaro che affronta tematiche complesse a portata dello sguardo di tutti.

 

 



 

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