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Don't Look Up

Regia di Adam McKay vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Don't Look Up

di axe
7 stelle

Kate Dibiasky e Randall Mindy, rispettivamente dottoranda e professore in astronomia, grazie alla strumentazione disponibile in una piccola università americana, scoprono che una cometa sta puntando contro la terra e non rimangono che sei mesi di tempo per tentare di impedire una catastrofe in grado di condurre all'estinzione ogni forma di vita. Avvertono immediatamente la presidente USA Janie Orlean, che sembra però più interessata ad una scabrosa vicenda di politica interna; si rivolgono direttamente al popolo, intervenendo in un popolare talk-show, ma il loro allarme inizialmente non è preso sul serio. Solo in un momento successivo ottengono attenzione; ma una prima missione organizzata con lo scopo di distruggere la cometa, è annullata, su pressione di un potente magnate, in favore della pericolosa scelta di lasciar avvicinare quanto più possibile il corpo celeste per poi farlo esplodere in maniera controllata e sfruttare i suoi frammenti per l'estrazione di metalli pregiati. Mentre la scienza "libera" si batte contro questa scelta, i media "mainstream" la sostengono. L'epilogo - purtroppo - dà ragione agli screditati studiosi. Amara commedia diretta dal regista Adam McKay e distribuita da Netflix, esprime tramite la satira una critica contro il sistema mediatico e politico statunitense, il primo asservito al secondo, ed il secondo asservito alle lobbies. Sin dall'inizio gli autori della scoperta ed il loro portavoce sono messi in disparte. Utilizzati quando fa comodo, costretti al silenzio quando assumono posizioni "disallineate" - anche con l'occasionale intervento dell'"intelligence" - e, a più riprese, screditati mediante la messa in ridicolo sui social network. Questi strumenti sono però legati a doppio filo con l'industria dei semiconduttori, rappresentata nel racconto dal potente Peter Isherwell, il quale ha interesse ad assicurarsi le materie prime necessarie alla costruzione dei suoi "gingilli" tecnologici. Pertanto, fanno il suo gioco, dando voce a qualunque persona inviti, per ingnoranza, paura, o malafede, a "non guardare in alto". Solo quando l'evidenza è tale da non poter più essere negata, è acclarato chi ha ragione. Ma è troppo tardi per salvare la terra; falliscono sia una missione dell'ultimo momento organizzata da nazioni non americane, forse per sabotaggio, sia il complesso progetto orchestrato dall'industria statunitense. L'uomo non salva nè sè stesso, nè le altre creature terrestri, delle quali, essendo "specie dominante" sul pianeta, ha, inevitabilmente, la responsabilità. Per qualcuno è disponibile una sorta di Piano-B, su un altro pianeta in parte simile alla terra; ma l'ecosistema locale fa in fretta a sbarazzarsi di creature ormai impreparate ad un qualsivoglia confronto paritario con la natura. Impossibile non trovare un parallelismo tra il fantasioso arrivo della cometa ed il più tristemente reale impatto del Covid-19. Tanti, nel mondo, hanno rifiutato di "guardare in alto", preferendo dar credito a tesi complottistiche, istanze nazionalistiche, teorie pseudoscientifiche e quant'altro, o semplicemente disinteressandosi dell'evento, per poi doverne scontare le conseguenze quando era troppo tardi per fare altro. Molti sono i personaggi sulla scena, ed altrettanti gli attori di rilievo che li interpretano. Jennifer Lawrence, nota per essere stata interprete della protagonista della serie "Hunger Games" è la tenace, sinceramente addolorata ed infine quasi soddisfatta per la ragione che le viene riconosciuta, Kate; Leonardo Di Caprio è il professor Randall Mindy; Cate Blanchett interpreta la disillusa ed amorale conduttrice televisiva Brie; Ariana Grande interpreta la cantante e "generatrice" di gossip Riley Bina; Meryl Streep è la presidente Orlean. Evidentemente, nella visione del regista, la presenza di una donna alla Casa Bianca non varia nulla nelle consolidate dinamiche che legano economia e politica. Fa una breve apparizione anche Ron Perlman; il suo personaggio, Ben Drask, prototipo dell'americano guerrafondaio, spaccone e suprematista bianco, è dichiaratamente superato. Viene pertanto fatto uscire di scena in silenzio, in favore di altre "sirene", in grado di conquistare le masse, profetizzando l'avvento di un diffuso benessere connesso alla diffusione dei loro prodotti e tecnologie ed alla "profilazione" dell'utenza; dialettica ed abbigliamento da un lato, ruolo nell'economia dall'altro, ci fanno comprendere che il rappresentante di tale istanze, Peter Isherwell (Mark Rylance) sia caratterizzato traendo ispirazione dai vari Steve Jobs, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, Elon Musk. Alcuni elementi dell'opera - e la presenza di Ron Perlman - hanno riportato alla mia memoria un film ultraventennale, ma ancora attuale, di Joe Dante, "La Seconda Guerra Civile Americana". Il ritmo del film è lento; ho trovato la sceneggiatura alquanto sfilacciata, con l'angosciante epilogo che si trascina lentamente e dialoghi allungati ad arte. Ho avuto l'impressione che prima fosse stata decisa la durata del film - notevole, 140 minuti circa - e poi cosa inserire. L'evoluzione della vicenda è poi poco realistico : fosse accaduto veramente, gli U.S.A. difficilmente avrebbero potuto decidere in autonomia cosa fare. Nonostante ciò, il film è gradevole e, assolutamente, coglie nel segno con la sua critica; ne è prova la possibilità di sovrapporre gli schemi che teorizza con quanto accaduto durante il 2020, benchè il progetto sia antecedente. La voce dell'evidenza scientifica è una tra le tante cui i nuovi media - i social network - possono dar voce; ed alla fine, un orecchio meno attento e preparato, non è in grado di distinguere l'unica verità dalle molte menzogne.

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