Regia di Anton Giulio Majano vedi scheda film
Al Romeo Bar si rincontrano dopo anni un poliziotto e uno scrittore, per fare due chiacchiere. Il primo presenta una giovane collega al secondo e subito scatta l'attrazione. Attorno al terzetto ci sono un pianista di colore, un barista scontroso e uno strano cliente che parla da solo.
Non è tra le opere più note di Guglielmo Giannini e a dire la verità nemmeno tra le più memorabili, Romeo Bar, da cui Anton Giulio Majano – con un suo adattamento – trae questo film televisivo datato 1958. Siamo agli albori della tv in Italia e naturalmente gli standard estetici e artistici sono piuttosto limitati: scenografie, costumi e anche interpreti (come numero, certo non come valore) sono ridotti all'osso e l'azione viene lasciata evidentemente indietro rispetto ai dialoghi, per quanto la regia risulti sufficientemente dinamica e, con la complicità del montaggio, riesca a distaccarsi in maniera netta dagli standard teatrali di partenza. Ma Majano, d'altronde, è ormai sufficientemente esperto di questo tipo di prodotti. A ogni modo la struttura giallo-poliziesca è decisamente esile e non regge granché, presumibilmente per debiti di scrittura originali; pensato per una duplice trasmissione in prima serata, Romeo bar è suddiviso in due parti della durata di tre quarti d'ora circa ciascuna, per un totale di poco meno di un'ora e mezza. In scena i principali attori sono Ubaldo Lay (il più convincente tra tutti), Valeria Moriconi, Ivo Garrani, Renato De Carmine, Brunella Bovo, Lauro Gazzolo, Alfred Thomas, Livio Lorenzon e Zoe Incrocci. 3,5/10.
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