Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Shigeru lavora come netturbino: è un giovane ragazzo sempre con la testa altrove ed è sordomuto. Un giorno trova tra la immondizia un vecchio surf malandato. Dopo averlo sistemato comincia ad allenarsi ogni giorno, accompagnato dalla fidanzata Takako, anche lei sordomuta. Per Shigeru il surf diventa una vera ossessione, tanto che lascia il lavoro e le sue giornate silenziose sulla spiaggia poco a poco cominciano a portare dei risultati, tanto che entra nel gruppo dei surfisti locali e partecipa alle prime gare. Le soddisfazioni cominciano ad arrivare ma non dureranno a lungo.
Taakeshi Kitano mette in scena una storia dove l’amore è ciò che emerge su ogni cosa. L’amore tra le persone, l’amore per un’attività appassionante, il tutto caratterizzato dalla costanza, dalla durata nel tempo. Kitano riesce a ritrarre con grande profondità diversi personaggi, ognuno dei quali caratterizzato dalle proprie manie, senza particolari virtuosismi, se non quello del tempo. Il tempo che lascia allo spettatore per entrare in contatto con la storia e i suoi protagonisti, fino ad empatizzare con le loro necessità. Seppure i dialoghi quasi assenti, il film è tutt’altro che silenzioso, almeno in superficie. I suoni ambientali, in special modo il mare, e la colonna sonora quasi onnipresente costituiscono quel tappeto sonoro denso che aiuta lo spettatore ad immergersi nel mondo dei due protagonisti; è un tappeto sonoro che isola da tutto il resto e che quasi ci porta a sperimentare la condizione di Shigeru e Takako: loro non possono ascoltare altro che il suono della loro vita interiore e, al contrario, è proprio grazie ai suoni che lo spettatore può sintonizzarsi su quella stessa vita interiore.
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