Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
"Il silenzio sul mare" è il terzo film da regista di Takashi Kitano, è un film che non ha le connotazioni di genere Noir o Yakuza tipiche di molte sue opere, è la storia di un ragazzo sordo che fa il netturbino e che nel tempo libero sviluppa una passione per il surf, sostenuto e incoraggiato dalla fidanzata, anche lei sorda.
Kitano qui era ancora poco conosciuto, almeno in Occidente, e sappiamo che all'epoca in Giappone non veniva preso sul serio come regista. "Il silenzio sul mare" è un film insolito, molto distante da certi film americani che hanno parlato del surf come "Un mercoledì da leoni" o "Point break", anche se non mancano assolutamente belle riprese acquatiche, per quanto probabilmente meno spettacolari rispetto ai due film citati, ma Kitano qui ha un approccio decisamente minimalista, con un ritmo molto lento di numerose sequenze accentuato da riprese in campo lungo e a macchina spesso fissa, con pochi dialoghi, quasi alla Bresson. È un film con molti silenzi, un'aura contemplativa accentuata dalla maestosa presenza del mare e dalle poetiche, struggenti musiche di Joe Hisaishi, una bella storia di abnegazione e rivincita personale per il ragazzo sordo che nella tavola da surf trova probabilmente il mezzo per riscattare una vita altrimenti fin troppo ordinaria, per quanto possa giovarsi della compagnia della graziosa fidanzata.
Girato immediatamente prima di "Sonatine", non ha lo stesso peso di quel film nei termini di enunciazione della poetica kitaniana, ma per il resto è un'opera stilisticamente omogenea, anti spettacolare e con belle invenzioni visive, oltre che un montaggio curato dallo stesso Kitano dall'andamento sincopato. "Il silenzio sul mare" viene giustamente definito da alcuni critici una marcia di avvicinamento alla morte, girato con stile sobrio ma non privo di empatia verso i personaggi; a mio parere forse solo l'ultima sequenza di ricordi della ragazza rappresenta un po' un cedimento al patetico in un'opera per il resto molto ben padroneggiata, dove i numerosi tempi morti acquistano un senso preciso, il paesaggio vibra di emozione conferita dallo sguardo del regista. Non ancora un capolavoro come "Sonatine" o "Hana bi", "Il silenzio sul mare" è però un tassello importante, che andrebbe riscoperto dagli appassionati del regista in un momento in cui Kitano continua a realizzare film che però da noi non vengono più distribuiti e la sua stella di regista, purtroppo, si è un po' appannata. Voto 8/10
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