Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Se Il silenzio sul mare fosse poesia sarebbe un esempio di minimalismo, se fosse un testo filosofico sarebbe zen, se fosse un quadro sarebbe un’opera realista-astratta: è cinema, di Takeshi Kitano. Shigeru giovane spazzino sordomuto vuole fare il surf, assistito dalla fidanzata Takako. Dopo vari tentativi arriverà a fare una gara e la vicenda prenderà una piega inaspettata. Non è l’interiorità che Shigeru ricerca, lui è fatto di quello, nel silenzio totale che custodisce e che lo agita. Ha bisogno di stare sulla cresta del profondo, vuole mescolarsi all’esteriorità per un desiderio di uguaglianza, di omologazione. I suoi tentativi sono determinati e disperanti, i suoi gesti sono romantici e nichilisti, dimostrano una forza d’animo non comune, una volontà di perseguire ancora un proprio destino. Takeko, sordomuta anche lei, si tiene in disparte, è adibita a piegare i vestiti del ragazzo quando entra in acqua o ad aiutarlo a trasportare il surf, sarà la testimone del percorso idealizzato della volontà di Shigeru e l’unica in grado di capirlo fino in fondo. Kitano fa film d’azione senza azione, film d’amore senza una sola scena d’amore, film di analisi psicologica senza una parola pronunciata dai suoi protagonisti. Kitano lavora per sottrazione, lasciando spazio all’intuizione, all’attimo fuggente, lo spettatore non è mai passivo, si ritrova davanti a scene quasi identiche che si ripetono con micro variazioni ma che se raccolte formano una diversa e completa realtà. Ne Il silenzio sul mare riesce con sincerità a raffigurare il rapporto silente e intensissimo fra i due ragazzi, apparentemente slegati come i rapporti fra i ragazzi della comunità dei surfisti che assistono sulla spiaggia alle evoluzione di Shigeru. Kitano spinge lo spettatore ad avvicinarsi alla dimensione profonda dell’animo umano creando un’atmosfera di sospensione e di attesa che aleggia lungo tutta la vicenda. La mdp svolge una funzione morale ed esteticamente rilevante, lasciata quasi sempre in campo lungo distante dai personaggi come per non condizionare il loro spontaneo punto di vista. Il ragazzo diventa un malinconico e astratto eroe fuori dal tempo, al quale nulla viene concesso ma che anche nulla può essergli impedito. Manifesto della consapevolezza umana , Il silenzio sul mare è un ritratto romantico e disperato del quale è impossibile non ricavarne pensieri fecondi e considerazioni educative. Musiche adeguate del solito Joe Hisaishi che si armonizzano con i rumori di fondo e il fuori campo etereo di ogni inquadratura.
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