Regia di Scott Reynolds vedi scheda film
Il dono delle premonizioni è quello posseduto da Heaven, transessuale che lavora come ballerina, ironia della sorte, al Paradise. Nel cervello di Heaven si affacciano brandelli di futuro che, come affilate lame di coltello, le procurano dolori lancinanti, e sono visioni dalla precisione strabiliante che coinvolgono persone a lei familiari. In primo luogo Robert, un architetto dedito all’alcool e al gioco, in crisi perché la moglie separata gli vuole sottrarre il figlio, e Stanner, il suo pigmalione, l’uomo che la tolse dalla strada per trasformarla in ballerina e al quale regala i benefici delle sue visioni. Heaven ha delle premonizioni su una partita a poker tra i due uomini, ed è combattuta tra l’affetto per Robert e la riconoscenza per Stanner, ma si tratta di una partita che inevitabilmente cambierà le loro vite. “Heaven” è un film ambizioso, fitto di eventi e costruito attorno a un complicato meccanismo a incastro di flashback e flashforward. Una narrazione non lineare che segue una precisa seduzione del cinema degli ultimi anni, che ha trovato in film come “Strade perdute”, “Lola corre” e “Sliding Doors” esempi di ottima fattura. Ma la ricchezza e l’ambizione non sono in sé garanzia di successo e il film purtroppo cede spesso e volentieri, sotto il peso di un carico eccessivo.
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