Regia di Gabriele Pignotta vedi scheda film
SKY CINEMA
Un ambizioso agente di commercio, di nome Flavio Bretagna, si trova a dover raggiungere il luogo di quello che sarà il contratto di vendita più importante della sua carriera.
Oberato di chiamate, e di problemi anche familiari, confortato solo dalla voce amica e gradevole, ma sempre troppo trascurata, della volitiva segretaria, Flavio lungo il viaggio in macchina avvertirà l’esigenza di recarsi urgentemente in bagno. Dopo aver perso un autogrill per distrazione, si trova costretto a fermarsi al successivo, che appare deserto e quasi abbandonato.
Nel fatiscente bagno della struttura, si renderà conto di essere rimasto chiuso all’interno. Intanto il tempo passa, e l’ora del fatidico appuntamento si avvicina.
Flavio occuperà il tempo a chiamare soccorsi, a tranquillizzare i suoi colleghi e capi, a cercare di districarsi tra le beghe familiari e le richieste risolute di una ex moglie sempre sul piede di guerra.
Rendendosi anche conto di non avere idea del luogo in cui si è fermato. Circostanza che renderà decisamente più complicata la missione di riuscire a recuperarlo in tempo per presiedere alla firma del suo fatidico e cruciale contratto di vendita.
Intanto lo stress da prestazione, e quello da vita troppo caotica e concentrata su un lavoro ingrato e spesso privo di soddisfazioni, rendono il prigioniero quasi un essere privilegiato, protetto dalle mura disadorne e devastate di quel luogo infelice che, tuttavia, a suo modo, si rivela quasi un guscio protettivo.
Impegnato nel suo quarto progetto di regia, il commediografo, attore, sceneggiatore e regista romano Gabriele Pignotta si misura con un vero e proprio “one-man-show” . Una disavventura diventa il metro di misura per rendere palese lo stress che divora i ritmi della vita moderna, in un epoca frenetica tutta dedita al risultato commerciale e alla conclusione di obiettivi sempre più impossibili.
Il film Toilet si rivela da subito una sfida piuttosto complessa da gestire, e non solo per l’unità di luogo che caratterizza la location, solo in parte frammezzata da riprese a lungo raggio che servono anche allo spettatore per riprendersi dalla clausura forzata a cui è sottoposto.
La disavventura di quell’uomo, un po’ cinico e arrivista, descrive bene le atmosfere della modernità e della digitalizzazione che ci circondano, alla stregua di schiavi del risultato, impegnati nella ricerca di risultati che paiono ogni volta più lontani.
Toilet è strutturato in modo nervoso e veloce, seguendo gli atteggiamenti del protagonista della vicenda.
Gabriele Pignotta ha il merito di dar vita a un personaggio mai alla ricerca della facile empatia da parte dello spettatore: il suo venditore di articoli sanitari è un uomo devastato da ansie di prestazione e da una ambizione che lo ha reso un uomo solo, abbandonato dalla moglie e dalla figlia e che si rapporta con il resto del mondo solo tramite il filtro di uno sterile cellulare.
La storia, concitata e frenetica, presenta qualche inevitabile forzatura, ma si rivela uno specchio piuttosto verosimile di quotidianità caotica, ove la velocità non permette più di godere di quei piccoli particolari che si riescono a cogliere solo con ritmi più blandi, nella loro purezza e genuinità.
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