Regia di Daniele D'Anza vedi scheda film
Ora tarda: un giudice e un assassino sono in viaggio, quando l'auto si ferma; riparano presso la sfarzosa villa di Roderick Usher, che li accoglie per la notte. Tutto sembra essersi sistemato, finché il giudice nota un quadro, il ritratto di una donna, che comincia a ossessionarlo.
Nel 1979 la Rai produce una serie di quattro film ispirati ai racconti di Edgar Allan Poe, liberamente rimaneggiati da Biagio Proietti e Daniele D'Anza, che è anche regista del poker di pellicole. Questo Notte in casa Usher è stato il primo titolo trasmesso dalla tv di Stato; i testi da cui maggiormente la coppia di autori del copione ha saccheggiato sono Il ritratto ovale e Il cuore rivelatore; se la confezione è debitamente rifinita e gli standard estetici sono decisamente alti per un prodotto destinato al piccolo schermo (ma all'epoca non era neppure tanto strano), va rilevata la presenza nei ruoli chiave della trama di interpreti eccellenti come Vittorio Mezzogiorno, Philippe Leroy e Gastone Moschin, che nobilitano ulteriormente il lavoro anche dal punto di vista prettamente artistico. Erika Blanc e Maria Rosaria Omaggio compaiono in ruoli marginali, mentre la fotografia è di Blasco Giurato e la colonna sonora in odore di prog rock è affidata nientemeno che ai Pooh; il ritmo è forse l'elemento principalmente dolente del contesto: la storia parte in modo convincente, ma sembra un po' incartarsi nella sezione mediana, per poi esplodere nel necessario finale a effetto. La durata di un'ora, imposta dal tipo di prodotto, non deve aver aiutato in tal senso, ma pazienza. 5/10.
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