Regia di Guido Chiesa vedi scheda film
Nonostante le attese prossime allo zero, il film finisce per essere piacevole e divertire soprattutto nella sua fase centrale.
Le mie attese all'approccio di questo film erano prossime allo zero per tre semplici motivi.
1) L'ennesimo remake a cui la commedia italiana si trova a ricorrere. Come se ormai non si abbia più mezza idea in croce, per un genere che continua a proporre una quantità industriale di film, un numero però inversamente proporzionale alla creatività degli autori.
2) Non solo, l'ennesimo remake di una commedia francese, nonostante una miriade di fallimenti in prodotti di questo tipo (chiaramente lo stile di quei film non si confa particolarmente agli attori italiani).
3) La presenza di Frank Matano, uno che (ammetto) mi aveva portato al sorriso alle prime scemenze fatte su internet ma che poi non mi ha mai più fatto ridere, né in tv né tantomeno nel cinema.
Disastro annunciato? No, perché alla fine il risultato è spiazzante (almeno per me): non solo non si vede un film squallido, ma ci si ritrova tra le mani un film piacevole. E stop the press: Frank Matano mi ha fatto ridere!
Non tutto è perfetto, sia chiaro. Il film ci mette un po' ad accendersi e le fasi seriose/drammatiche (la genera del dottore) sembrano un po' tirate lì per i capelli, ma evidentemente quando c'è un minimo di ispirazione nel produrre una pellicola su certi difetti è più facile per uno spettatore esser portato a chiudere un occhio.
Soprattutto perché alla fine il giochino che sta alla base del film funziona, ovvero quello di portare un rider (Matano) a visitare dei pazienti per l'indisposizione del medico (Abatantuono), il quale da par suo commenta sardonicamente fuori campo (per mezzo dell'auricolare del cellulare).
Funziona perché funziona il feeling tra i due attori, tra di loro e coi loro personaggi. Abatantuono gioca di mestiere, trovando il mix giusto tra l'ironia e la certa malinconia del suo personaggio. Mentre a sorprendere è proprio Matano, che finalmente (per una volta) sembra uscire dai panni della macchietta (panni di rispetto se portati bene, ma che incutono frustrazione e antipatia se portati male) e che pare voler per una volta recitare, riuscendo quindi a trasporre in maniera abbastanza convincente lo straniamento del rider ritrovatosi a compiere delle visite mediche a domicilio: riuscito in questo l'attore, riesce poi la parte comica, con più di una situazione che riesce a portare alla risata facile per l'assurdità della situazione ("ma che combina?" dice il genitore allibito, "è un dottore lei?", "sì sono un chirurgo").
Certo, il doversi giocare continuamente l'arma del remake (che poi adesso come adesso risulta ancora più inutile rispetto a decenni fa, visto che è ancora più facile andarsi a cercare il film originale) resta qualcosa di rivedibile, ma per una volta il giochino funziona e il film regala un'ora e mezza piacevole.
Voto: 7
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta