Regia di Walter Hill vedi scheda film
Cronaca di un insuccesso annunciato, lo sappiamo tutti. Quando un film come “Supernova” va lentamente alla deriva nella sua fase produttiva, alla fine è difficile riuscire ad “abbordarlo”. Così finisce nelle sale cittadine a ferragosto, mentre sono tutti al mare. Peccato, perché quest’opera irrisolta e imperfetta riesce comunque ad essere molto affascinante. Prima di tutto per l’energia di alcune situazioni: Robert Forster che studia i cartoni animati nella cabina di guida, l’innamoramento formidabile del computer di bordo per un membro dell’equipaggio, la chiave di lettura “seducente” dell’ospite mutante, la suspense delle scene d’azione... Poi perché la regia di Walter Hill (che si firma Thomas Lee per un disaccordo con la produzione) è solida e convincente, funzionale a una storia che metabolizza (con intelligenza) schegge di “Alien”, “Solaris”, “2001”... Sul Nightingale 229, vascello di soccorso in missione, giunge una richiesta d’aiuto da un pianeta che sta oltre il grande salto spazio temporale. L’astronave sul suo cammino trova un relitto che contiene un manufatto alieno dai malefici poteri e il corpo di un superstite, forse figlio dell’ex amante dell’ufficiale medico Angela Bassett. L’oggetto e il disperso, una volta nell’abitacolo, creano situazioni di altissima tensione, destinate a sfociare in un confronto aperto tra le varie componenti dell’equipaggio. Hill, come al solito, ama contaminare i generi: in questo caso mélo, fantascienza e thriller puro. Purtroppo i problemi in fase di montaggio (con Francis Coppola che subentra all’autore di “48 ore” come supervisore) hanno reso sconnessi alcuni dialoghi e non del tutto compiuti gli effetti visivi (il film è stato terminato in fretta e furia, con evidente svogliatezza). Eppure, di fronte a tanti blockbuster dalla perfetta e algida confezione, le impurità di “Supernova” finiscono per brillare di luce propria, come le stelle...
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