Regia di George Clooney vedi scheda film
NON USCITO AL CINEMA IN ITALIA
VISTO SU PRIME VIDEO A FEBBRAIO 2022
Crescere senza padre può essere drammatico. Ma crescere scoprendo che il padre, oltre che assente, è anche un mediocre e un violento, può essere devastante. Eppure al buon J.R., il protagonista di questo nuovo film di George Clooney (bello e poetico nel 2020 The Midnight Sky, in cui è anche protagonista) riesce a completare la sua parabola di passaggio dall’infanzia all’età adulta senza crollare. Circondato dall’affetto a tratti un po’ morboso ma genuino della madre, dalle attenzioni dei nonni e sostenuto dai precetti e dallo scudo dello zio - lui sì paterno - che ogni bambino vorrebbe avere, il ragazzo esaudisce il sogno della mamma – ma in fondo anche il proprio - di vederlo in un college di prestigio, Yale, e il coraggio di intraprendere la strada per diventare uno scrittore. O quanto meno di dimostrare a sé stesso di poterlo essere.
Clooney dirige con la consueta padronanza una storia filmata appassionata, a tratti toccante e che patisce giusto qualche sporadico calo di mordente e ritmo, la cui sceneggiatura (dell’ottimo William Monahan) scaturisce dalle memorie del giornalista e scrittore J. R. Moehringer, la cui prima opera fu appunto l’autobiografia intitolata The Tender Bar (in italiano Il bar delle grandi speranze). Al centro delle vicende c’è ovviamente l’autore del memoir, all’inizio bambino – con alcuni salti in avanti nel tempo e flash back – e poi ventenne universitario.
Nei panni del giovane J.R. troviamo il piccolo Daniel Ranieri (convincente nella sua prima prova davanti alla telecamera) per la parte dedicata all’infanzia e l’oggi appena ventiseienne ma già navigato attore statunitense Tye Sheridan (nel 2018 protagonista del fantascientifico Ready Player One del maestro Steven Spielberg), in quelli dell'universitario. Sheridan si conferma uno degli attori più promettenti di Hollywood (nel 2013 a Venezia è stato premiato con il “Marcello Mastroianni” come miglior emergente per la parte in Joe) e riesce a far affiorare dagli sguardi e dai sorrisi, a volte amari, la forza costruita negli anni trascorsi tra gli affetti di una famiglia che ha dovuto sopperire alla mancanza di un papà.
Nel ruolo del brillante studente mancato zio Charlie, fratello della madre, c’è il sempre affidabile Ben Affleck (che ho apprezzato di recente in The Last Duel, sempre del 2021 e che per Clooney produttore era stato protagonista dell’ottimo Argo, 2012), chiamato a dare corpo a un personaggio a metà fra la ruvida concretezza del gestore di un bar e l’indole sensibile dell’uomo assetato di conoscenza, grande lettore, che assolve a un ruolo decisivo nella buona formazione del nipote. La mamma di J.R. è Lily Rabe (più celebre per i suoi ruoli in serie tv, fra cui American Horror Story), efficace nella parte di una donna sempre borderline con una depressione indotta dalle delusioni sentimentali, insicura e semplice, ma sempre presente con dolcezza rassicurante nella vita del figlio. Rilevante e simpatica partecipazione, a impreziosire il cast, dell’ottantatreenne ancora in ottima forma Christopher Lloyd, creatore e protagonista dei ventiquattro episodi della serie comedy di successo Modern Family (disponibile in streaming su Netflix).
Avercela fatta è anche scovare, finalmente, tuo padre, non più come l’invisibile possessore della suadente e misteriosa voce della radio, ma come l’ubriacone manesco che, soprattutto, è. Film da vedere, magari in compagnia di persone cui si vuol bene. Voto 7,7.
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