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Promises

Regia di Amanda Sthers vedi scheda film

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La recensione su Promises

di Gangs 87
6 stelle

“La morte si può essere considerata una seconda possibilità?” Con questa domanda esistenziale a cui nessuno è in grado di dare una risposta, Alexander, per gli amici Sandro, sembra voler vivere gli ultimi anni che gli restano della vita, la sua, costellata di scelte tardive e spesso sbagliate che hanno accompagnato la sua esistenza insoddisfatta.

 

La regista e sceneggiatrice Amanda Sthers, anche autrice del libro omonimo, in questa sua ultima fatica sembra voler dare voce e volto ai fantasmi più spaventosi che l’essere umano si porta dietro: i rimpianti. E Sandro di origini italiane ma naturalizzato inglese, terra a cui sembra sentirsi maggiormente appartenere, di rimpianti ne ha da vendere.

 

Il racconto della Sthers si muove attraverso le diverse età del protagonista, dall’infanzia, colpita da un grave lutto, all’adolescenza e al suo primo amore fino all’ultimo, attraversando tutte le stagioni del suo cuore volubile che in realtà è sempre appartenuto a lei, Laura, incontrata per caso ad una festa tra amici e mai veramente raggiunta. Incapace di vivere l’amore a cui si sente di appartenere, Sandro inanella una serie di relazioni insoddisfacenti mentre il tempo passa inesorabilmente, spazzando via ogni possibilità di rivalsa, mentre l’invadente presenza di un nonno ingombrante ridimensiona tutto quello che di buono lui crede di aver fatto.

 

Il tempo tiranno, eterno nemico di Sandro, viene rappresentato attraverso l’utilizzo di salti temporali che si muovono nel passato, nel presente e nel futuro del protagonista, e che risultano poi essere gli unici aspet più coinvolgenti della pellicola che pur servendosi di un ottimo Pierfrancesco Favino, c’è lui nei panni del protagonista del presente e del futuro (convincente anche il trucco realizzato per l’invecchiamento), non è capace di creare la giusta empatia per innescare le molteplici emozioni che entrano in gioco durante l’intera narrazione, ennesimo esempio di pellicola che non riesce a sfruttare a pieno le sue potenzialità.

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