Regia di Nick Stagliano vedi scheda film
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"-Rilassati....sono solo io... Sapevo di trovarti qui, visto che non hai risposto al telefono.
-Mi serviva tempo...
-Lo capisco... Fino ad ora sei stato sempre perfetto, impeccabile. Ti ho fatto correre, lo so... È stato inevitabile. È colpa mia, non tua. Sono danni collaterali, lo sai...a volte capita".
Il mestiere del sicario richiede sangue freddo, impegno costante, concentrazione e una professionalità che si matura con l'esperienza, come si trattasse di un mestiere come un altro.
Un killer quarantenne solitario, ex militare figlio di militare e circondato da una fama di persona precisa ed affidabile, si adopera a compiere le missioni che il suo contatto gli affida, certo che lui le eseguirà in modo impeccabile.
La precisione con conduce a termine i suoi incarichi gli sono valsi il nomignolo de “Il virtuoso” (da qui il titolo originale del film, che nella edizione italiana viene completamente stravolto, probabilmente per indurre lo spettatore ad associarlo al magnifico Sicario di Villeneuve e al Sicario 2 (Soldado), dignitoso seguito del nostro Sergio Sollima).
Nell'incipit il sicario ci racconta, sotto forma di confessione in stile “io narrante”, gli accorgimenti utili alla buona riuscita di una missione, nello stesso atto di eseguirla e portarla a termine in modo impeccabile.
Ma quanto l'anziano suo mentore gli affida, con pochissimo preavviso, un incarico estremamente complicato e il sicario, per una fatalità non preventivabile, nell'eseguire con tattica e scrupolo la missione finisce per procurare una morte atroce ad una donna innocente colta nel momento sbagliato in un luogo ancor più sbagliato, ecco che l'uomo viene colto da una crisi difficile da tenere a bada.
Ma a quel punto il suo anziano mandante lo raggiunge e, nel tranquillizzarlo adducendo il fattaccio a danno collaterale inevitabile per chiunque, gli fornisce un nuovo incarico per cercare di distrarlo, e lo invia in un piccolo paese di periferia dove dovrà usare tutta la sua esperienza per individuare la persona giusta da eliminare, in un contesto ove nessuno è ciò che sembra o che dichiara di essere.
A partire da una bella cameriera dell'unica locanda aperta in quel periodo poco propizio per turismo e movimenti di persone.
Stavolta l'intrigo sarà ancora più complesso dei precedenti, e le incognite finiranno per avere la meglio anche per il nostro esperto e professionale killer.
The Virtuoso è un thriller che ha dalla sua parte una interessante atmosfera cupissima da periferia montana abbandonata ad un isolamento che crea inquietudini, contornata da tipi loschi che anche per lo spettatore risulta piuttosto complesso decifrare.
Diretto senza molta verve da un Nick Stagliano che non ha mai brillato per titoli fondamentali o indimenticabili, anzi proprio il contrario, Sicario: Ultimo incarico, spoilera già dal titolo farlocco i destino del nostro “virtuoso”, e si preoccupa di definire uno studio introspettivo del protagonista che, tuttavia, rimane mezzo abbozzato, con interventi un po' buttati lì di interazioni con gli altri personaggi e persino un cane solitario, che non aiutano molto a definire i contorni intimi del controverso personaggio.
Ad interpretare il protagonista è stato scelto un attore avvenente quanto decisamente poco espressivo,come si rivela a tutti gli effetti Anson Mount, attore specialmente avvezzo ai prodotti seriali, e qui impegnato in uno dei suoi rari ruoli da protagonista in un film lungometraggio.
Lo affianca una burrosa ed altrettanto avvenente Abbie Cornish, pure lei impegnata a tratteggiare i connotati di una persona che non è quello che sembra.
E poi c'è lui, la grande star: Sir Anthony Hopkins, che torna a farsi coinvolgere, come ahimè è successo in passato molte altre volte, in progetti “alimentari” che non si meritano un divo del suo calibro e carisma.
In due ruoli da comprimari, ritroviamo due bravi attori come Eddie Marsan e David Morse, entrambi completamente sprecati.
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