Regia di Rocco Urbisci vedi scheda film
In questo spettacolo George Carlin, ormai prossimo alla settantina ma ancora effervescente e avvelenato sul palco, affronta tematiche come il suicidio, la necrofilia, la tortura e più in generale la malvagità insita nell'essere umano che è superata solo dalla sua stupidità, per arrivare a delineare un impietoso ritratto della società americana contemporanea, basata su consumismo e apparenza.
Creare un canale televisivo interamente dedicato ai suicidi, con reality show basati su di essi e tante dirette di gente che si fa fuori nelle maniere più disparate: probabilmente un'idea (una provocazione, si capisce) del genere poteva venire in mente soltanto a lui, George Carlin, oramai tra i decani della stand up comedy a stelle e strisce. In questo Life is worth losing il Nostro, per quanto fisicamente appesantito e provato, affronta di petto e con straordinaria verve la malvagità e la stupidità del genere umano, per concludere non senza un sogghigno compiaciuto che la sua scomparsa sarà salutata con entusiasmo dal pianeta. Carlin, classe 1937, già qualche infarto e altri problemucci di salute alle spalle, dimostra di possedere ancora (almeno) due doti straordinarie: una memoria di ferro e una padronanza dei mezzi comici da vero e proprio Maestro; volendo aggiungere una terza qualità assolutamente degna di nota, si può citare un cinismo formidabile che lo porta a parlare in chiave apertamente comica di suicidi, necrofilia e torture varie. Girato dal fedele compagno di mille avventure Rocco Urbisci in uno dei luoghi più cari in assoluto al comico, il Beacon Theatre di New York, Life is worth losing è il suo penultimo spettacolo registrato per la tv (HBO). Da sottolineare l'allestimento della scena, con il palco trasformato in un cimitero innevato. 6/10.
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