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Cry Macho - Ritorno a casa

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Cry Macho - Ritorno a casa

di steno79
6 stelle

Benché a 91 anni Clint Eastwood sia sicuramente uno dei più importanti autori viventi del cinema americano, devo riconoscere che l'attore/regista divenuto famoso con i film di Leone e Siegel e poi passato a una lunga carriera dietro la mdp non è mai stato fra le mie simpatie personali, vuoi per le sue posizioni politiche nella vita reale, vuoi per il fatto di essere stato icona indiscussa di una corrente di pensiero che tendeva pericolosamente ad appoggiare, soprattutto nei film di Callaghan, posizioni etiche discutibili e ai limiti del fascismo. Tuttavia, sgombrando un attimo il campo dai precedenti, il fatto che a 90 e passa anni sia ancora in ottima forma fisica e mentale e riesca a dirigere un film senza problemi mette di buon umore, e l'ultimo "Cry macho-Ritorno a casa", pur accolto freddamente in patria, non è affatto da buttare. Si tratta di un ennesimo road movie/film di formazione che vede al centro l'anziano Mike Milo, ex star del rodeo che per ricambiare i favori avuti da un amico di vecchia data accetta di andare in Messico a recuperare il figlio, succube di una madre autoritaria e incapace, e riportarlo negli Stati uniti, anche se il viaggio sarà più lungo del previsto e ci saranno numerose sorprese. La sceneggiatura è firmata ancora una volta da Nick Schenk, suo collaboratore fisso negli ultimi anni, e ripropone troppo scopertamente lo schema di Gran Torino, con i prevedibili contrasti fra il vecchio e il giovane soprattutto all'inizio che poi lasciano spazio a una crescente intesa e rispetto fra i due personaggi; il film difetta sicuramente di una struttura originale e alcuni personaggi come quello della madre di Rafael, che appare in una sola scena, sono caratterizzati in maniera frettolosa e poco convincente. Tuttavia, il film gioca meglio le sue carte soprattutto nella seconda parte riuscendo a creare una gradevole empatia con lo spettatore, trasmettendo un messaggio sulla vanità del mito del Macho che é sicuramente condivisibile e dimostra la saggezza acquisita da Eastwood alla sua veneranda età, ha dalla sua una fotografia accattivante e si avvale di belle location, in particolare quelle del villaggio messicano dove i due sono costretti a fermarsi a lungo e dove Eastwood si innamora di Natalia Traven: le scene fra i due e Rafael sono le più calorose e sentite del film, dunque le migliori. E l'interpretazione di Eastwood come attore é da mettere certamente all'attivo dell'opera, con un magnetismo e un carisma pur nella consueta essenzialità espressiva che sconfiggono ampiamente la recitazione dei pur volenterosi colleghi; Eastwood invecchiando ha imparato a rendere sempre più pregnante la sua maschera facciale e con poche espressioni riesce a comunicare molto sull'interiorita' del personaggio, anche se rimane piuttosto improbabile che un novantenne possa fare tutto quello che fa il suo personaggio nel film. In America fiasco al box office con soli 14 milioni di incasso contro 33 di budget e accoglienza molto contrastante della critica, con il collega Schrader che lo ha definito un totale fallimento artistico; a me per una serata mi ha risollevato un po' l'umore e mi sento di essere indulgente. 

Voto 6/10

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